Prosegue l’attività della Procura della Repubblica e del Nucleo investigativo dei carabinieri per tutelare le fasce più deboli della popolazione, benché i casi siano diminuiti in questo periodo di emergenza sanitaria. Sono degni di particolare attenzione gli esiti di due attività nate poco prima delle restrizioni, che sottolineano come una denuncia tempestiva all’autorità giudiziaria sia efficace per l’intervento, anche nella tutela della donna in campo economico.
Il primo caso riguarda la “misura di sicurezza” nei confronti di un 47enne bellunese. A seguito delle indagini, è emerso che l’uomo, a partire dal 2019 e fino al gennaio 2020 maltrattava la madre 80enne, percuotendola in più occasioni con schiaffi e calci, apostrofandola con epiteti ingiuriosi con minacce di morte accompagnate dall’esibizione di un coltello. In altre circostanze l’uomo avrebbe danneggiato e distrutto gli arredi di casa. La situazione, stata segnalata al Nucleo dei carabinieri dai figli e dagli operatori sociali, oltre ai numerosi elementi riscontrati, consentivano al gip di Belluno, su richiesta del pm Roberta Gallego, di emettere la misura di sicurezza. L’uomo, dopo le formalità divieto è stato accompagnato in una struttura sanitaria della provincia dove dovrà sottoporsi a specifici programmi e trattamenti terapeutici. E’ terminato così per l’anziana signora un periodo veramente difficile.
Il secondo caso è di carattere prettamente economico, ma di vitale importanza e di interesse per le donne in analoghe circostanze.
Nel gennaio 2020 G.B. classe ’75 cittadino ungherese residente a Feltre era stato tratto in arresto in flagranza di reato per maltrattamenti alla moglie. Durante l’udienza di convalida era stata disposta nei suoi confronti la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese. Poiché l’uomo non contribuiva al mantenimento della moglie e dei figli se non con 50 euro mensili, costringendo la donna a ricorrere a forme di aiuto assistenziale, venivano disposti nei suoi confronti degli accertamenti patrimoniali . E’ emerso così che l’uomo percepiva mensilmente la somma di 2.100 euro come stipendio da operaio alle dipendenze di una ditta feltrina, facendo volutamente mancare i mezzi di sussistenza alla moglie e ai due figli minori, nonostante la capacità reddituale. Il gip quindi, con un “ordine di pagamenti” disponeva che l’uomo versasse alla moglie la somma di 950 euro per mantenimento più affitto, con prelievo diretto sullo stipendio tramite il datore di lavoro.