Belluno, 2 dicembre 2019 – Il costo del lavoro è superiore alla media nazionale nel comparto dell’occhialeria. Una marcata differenza che vede in testa alla classifica reddituale le occhialerie bellunesi con un lordo di 37mila euro l’anno contro i 32mila delle aziende venete e i 31mila media nazionale.
Il dato lo ha evidenziato il il professor Giacomo Pasini, docente in Econometria all’Università Ca’ Foscari di Venezia, relatore alla tavola rotonda “Eccellenze del Nord Est, le imprese più dinamiche” che si è tenuta oggi pomeriggio al Park Hotel Villa Carpenada di Belluno, su iniziativa dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Belluno, presieduto da Michela Marrone.
Quel 20% in più di costi degli addetti nelle occhialerie bellunesi, secondo Pasini è dovuto a un mix di competenze. Il manifatturiero bellunese, insomma, guarda a profili professionali più alti e “questo è il modo per garantirsi una prospettiva per il futuro di innovazione tecnologica”.
Il professor Pasini ha esaminato vari punti della ricerca presentata da Federica Monti, consigliere dell’ODCEC, sulle performance di 1.456 aziende bellunesi esaminate su un totale di 8.749. Una realtà variegata composta dall’1% di grandi imprese che da sole valgono il 46% del fatturato totale, un 6% di medie imprese e il 93% di piccole imprese.
Le cose non vanno così male come potrebbe sembrare. “In alcuni comparti gli indicatori sono confortanti – ha sottolineato il docente – una buona gestione aziendale conta, e restituisce risultati che non sono del tutto in balia degli eventi”. Pasin ha evidenziato altresì i risultati positivi delle aziende pubbliche o a partecipazione pubblica del Bellunese, quali la Dolomitibus, la Bellunum e Bim Gsp che si sono piazzate nella top 20 della classifica del Triveneto.
A raffreddare l’entusiasmo nel comparto occhialeria è intervenuta la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton, che è anche vicepresidente Anfao e dunque conosce il dettaglio specifico delle occhialerie. “A spingere in alto gli stipendi nell’occhialeria bellunese – ha detto – è sicuramente l’effetto concorrenza tra le aziende che si contendono la mano d’opera, e anche l’effetto spopolamento”.
“Il tema ci preoccupa – ha proseguito Lorraine Berton – perché abbiamo bisogno di avere più capitale umano nel territorio. Anche perché potrebbe accadere che le grandi aziende decidano di investire altrove. In ogni caso – ha concluso la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti – nei prossimi sei anni si gioca il futuro dei giovani in questa provincia”.
Nella prima parte della tavola rotonda, moderata dal giornalista Roberto Papetti, sono intervenuti anche Marco D’Eredità, dirigente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno, Gianmarco Russo direttore generale di Veneto sviluppo, società al 51% della Regione Veneto e al 49% di alcuni istituti di credito. E Michela Marrone, presidente provinciale dell’Ordine dei commercialisti che ha posto l’accento sull’impatto che avranno le Olimpiadi invernali 2026 nel Bellunese.
La seconda parte della tavola rotonda ha visto confrontarsi Alessio Cremonese di Manifattura Valcismon Spa, Gherardo Manaigo titolare dell’Hotel de La Poste di Cortina d’Ampezzo, Ezio De Pra di F.lli De Pra spa; Andrea Biasiotto di Dolomitibus spa e Renzo Minella di ANEF Veneto.
Il report delle aziende al sito: www.symposiumcommercialisti.it
(rdn)