Non è una questione di Sovranismo o Nazionalismo o becero Patriottismo, ma la semplice analisi di dati sui quali dovremmo ragionare più approfonditamente senza lasciarci suggestionare dalle “agenzie di rating”, specialmente se non così indipendenti come vorrebbero farci credere.
Come si evince dal prospetto sotto riportato, a parte alcune eccezioni (Uk e Usa), noi italiani risultiamo quelli con l’incidenza di ricchezza finanziaria sul reddito disponibile maggiore, e d’altra parte quelli con il minore carico di debiti.
Dai dati forniti dalla Banca d’Italia e analizzati dalla Fabi tale ricchezza ammonta, al 31 marzo 2018, a 4.406 miliardi di euro; di questo immenso patrimonio, secondo uno studio della CONSOB, solo un 3% è investito in titoli di Stato (Btp, Bot) a fronte, invece, di depositi bancari e postali che rappresentano ormai circa un terzo della ricchezza mobiliare italiana.
Piuttosto che arricchire le banche, che invece speculano e lucrano abbondantemente con questi nostri risparmi, dovremmo, forse, iniziare a pensare ad utilizzare meglio queste risorse.
Magari, invece di farci tenere alla corda dalla finanza mondiale che detiene una grossa fetta del nostro debito pubblico, potremmo, se avessimo più fiducia in noi stessi e nel nostro Paese al di là del colore politico del governo di turno, comprarci una buona fetta di questo debito ed essere, così, più liberi di decidere del nostro destino e del futuro sociale ed economico del nostro Paese.
Si tratterebbe in fondo di una partita di giro, un circolo virtuoso in cui noi cittadini finanziamo il nostro Stato e il nostro Stato ci versa il giusto interesse mantenendo il pieno controllo della nostra ricchezza.
Una tale dimostrazione di fiducia nel nostro Paese sarebbe, anche, un buon viatico per riguadagnarci quel “rispetto” internazionale, da troppo tempo perduto, che invece come cittadini ci spetta e pretendiamo.
Associazione BellunoinComune