ALPAGO – La recente celebrazione della festività di S. Vigilio, il 26 giugno scorso, patrono del comune di Alpago con interessanti iniziative religiose e culturali culminate, in serata, nella chiesa parrocchiale di Farra, con la conferenza della professoressa Paola Brunello titolata “S. Vigilio, parole, arte, musica” e dal Coro femminile di Puos, ha posto in primo molti interrogativi e questioni connesse con il culto di questo santo e della chiesetta a lui dedicata. Da questo angolo visuale emergono tutta una serie di quesiti riguardanti l’antichità dell’edificio di culto posto, in luogo panoramico, lungo la sinistra orografica del torrente Tesa.
Stando a certe tesi potrebbe essere il più antico della conca, ma è necessario tenere conto, che non esistano prove e certezze, eccettuato un frammento di pluteo, cioè di parapetto che separava , agli albori del cristianesimo, il clero dai fedeli. Proprio questo reperto, datato al VII d.C. apre una pagina di storia che si interseca con quanto riportato nel volume “L’Alpago” di Don Umberto Trame , quando ci parla del ritrovamento , proprio nei pressi della chiesetta di scheletri di non comune statura. Qui entra in scena l’esperta di storia religiosa e Docente Universitaria all’Ateneo di Trento che ha visitato la chiesetta, nella festa del patrono in analogia con la medesima ricorrenza del capoluogo trentino, soffermandosi sui vari aspetti architettonici e artistici e, in particolare, sulle raffigurazioni del pluteo presupponendo che possa trattarsi anche di un tratto di parete di sarcofago. Si tratta di una suggestiva ipotesi poiché il reperto è conservato su di una parete senza, quindi, la possibilità essere verificato nella sua interezza e particolari costruttivi. Orbene, tenendo presente di come siano previsti lavori di diversa natura e portata per rendere il tempio degno del ruolo che gli è stato riconosciuto e assegnato nell’ambito dei tre centri che costituiscono il comune di Alpago (Farra, Pieve, e Puos).
Non è possibile dimenticare che si presentano pure una serie di occasioni per tutte le ricerche del caso ad iniziare da quelle che possono essere originate dalle opere del consolidamento delle strutture murarie dell’edificio e del muraglione che cinge il piazzale circostante. Infatti, esisteva, attorno alla chiesa, un cimitero (come attualmente) e come riporta ancora Don Trame. Senza tralasciare come da quelle parti possa provenire un sarcofago usato, nel dopoguerra, come fontana nella borgata di Castelnuovo di Farra. Diverse di queste “vasche” in calcare bianco sono presenti nel parco di Farra e da dove esse, provengano si possono, allo stato attuale, fare solo delle supposizioni. Ecco pertanto e se le autorità comunali vorranno tenerne conto, l’occasione per effettuare tutte le verifiche e ricerche per rispondere ai molteplici interrogativi religiosi, culturali e di conoscenza della propria storia legata al patrono S. Vigilio vescovo e patrono anche di Trento.
Eugenio Padovan