“Titanic. Il naufragio dell’ordine liberale”, è il titolo del libro, edito da Il Mulino di Bologna, presentato nei giorni scorsi all’Hotel Astor di Belluno dall’autore, Vittorio Emanuele Parsi, professore di relazioni internazionali presso l’Università Cattolica di Milano.
Dopo il saluto e l’introduzione di Michelangelo De Donà (Università di Pavia e Campus Ciels di Padova) e di Daniele Trabucco (Università di Padova e Campus Ciels), alla presenza del senatore Giovanni Piccoli, il relatore ha affermato come a partire dagli anni Ottanta, l’ordine globale neoliberale ha sostituito l’ordine liberale che governava il sistema internazionale dal secondo dopoguerra. Analogamente al Titanic, il mondo è stato portato su una rotta diversa e più pericolosa da quella segnata dall’incontro e reciproco bilanciamento di democrazia e mercato.
Davanti ai nostri occhi – ha detto il relatore – si erge minaccioso un iceberg, le cui quattro facce si chiamano: declino della leadership americana ed emergere delle potenze autoritarie di Russia e Cina (sul cui sfondo si stagliano la crisi nordcoreana e quella mediorientale); polverizzazione della minaccia legata al terrorismo; deriva revisionista della presidenza Trump; affaticamento delle democrazie strette tra populismo e tecnocrazia.
Nonostante le sue difficoltà – secondo Parsi – solo l’Europa può ancora contribuire a ristabilire la rotta originaria, ma a condizione che smetta di essere il moltiplicatore delle disuguaglianze prodotte dalla globalizzazione attraverso i grandi interessi e le banche per vincere la battaglia più difficile, quella interna: per riequilibrare la dimensione della crescita e della produttività con quella della solidarietà.