Il 24 marzo, ore 17:00, apre in via Mezzaterra ethiQ il primo negozio di abbigliamento etico e tracciabile a Belluno.
Etica ed estetica. Tutela dell’ambiente. Ricercatezza dello stile e rispetto delle persone.
È possibile mettere insieme elementi così distanti tra di loro?
Da oggi sì, grazie all’ambizione e al coraggio di due imprenditori bellunesi, Rita De Colle e Alessandro Bertoldin, che hanno deciso di dare vita ad un progetto unico nel panorama bellunese, e non solo: ethiQ, il primo negozio di abbigliamento etico a Belluno.
Etico dal punto di vista del lavoro e dell’attenzione all’ambiente e alla salute.
Alla base di ethiQ, infatti, c’è l’attenta selezione dei fornitori: “Crediamo e sosteniamo la filiera corta, scegliamo solo piccole e medie aziende che seguono processi di produzione che rispettano l’ambiente e le persone.” spiega Rita.
Capi realizzati in Italia o certificati Fair Trade, utilizzo di materie prime biologiche, naturali e il meno inquinanti possibili (come cotone bio, canapa, tessuto da eucalipto, faggio o reti da pesca riciclate).
Il lavoro di Rita e Alessandro quindi non si ferma alla vendita, ma è indirizzato allo sviluppo di una rete capace di mettere in comunicazione tra loro tutti gli attori della filiera tessile, per arrivare ad un prodotto finito che sia bello, sotto tutti i punti di vista.
Tra i brand presenti in negozio c’è Lavgon, impresa tutta femminile, che realizza abiti con tessuti provenienti dalle piccole manifatture italiane.
Ismara, che oltre ad utilizzare stoffe 100% naturali impiega tessuti che vengono da circuiti di up-cycling.
E ancora, Progetto Quid che propone abiti limited edition realizzati da donne con un passato di fragilità. E poi Rebello, Tu&tu, Par.co Denim. Tutti accomunati da un’unica vision eco-sostenibile in cui design, tracciabilità e trasparenza vanno di pari passo.
“Stiamo sempre più attenti alla provenienza dei cibi che mangiamo, ma ci dimentichiamo di controllare da dove viene ciò che indossiamo.” continua Rita “Anche i vestiti possono intossicarci. Ftalati, formaldeide, metalli pesanti, solventi, coloranti tossici, sono tutti elementi chimici di cui gli abiti importati a basso costo, soprattutto dalle grandi catene della fast fashion, ma non solo, sono pregni”.
Secondo i dati elaborati da Europe in the world e Altromercato, l’industria tessile è seconda solo a quella del petrolio come inquinamento generato al mondo e ricorre ad oltre 2.000 sostanze chimiche, molte delle quali dannose non solo per la salute, ma anche per l’ambiente.
Tutto a favore dell’industria della moda usa e getta che spinge le persone a comprare continuamente, al solo fine di riempire armadi e di svuotare portafogli.
“Abbiamo quindi pensato ad ethiQ come una vera alternativa a questo tipo di consumo, dando la possibilità di scegliere capi in fibre naturali e sostenibili, che valorizzano il lavoro dell’artigianato tessile, prestando la giusta attenzione anche alla nostra salute.” Afferma Alessandro.
“Un luogo in cui poter fermarsi a riscoprire il piacere di toccare con mano i tessuti e scegliere il proprio stile personale. Per capi da assaporare lentamente, da amare ogni giorno”.
Di certo una vera novità per il panorama bellunese.