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Tutti a favore delle Olimpiadi delle Dolomiti. Ma Bolzano gela gli entusiasmi. D’Incà: “Una grande opportunità”. Bortoluzzi: “molti dei territori interessati già dispongono di tutte le necessarie attrezzature ed impiantistiche per ospitare i Giochi”

“Le Olimpiadi delle Dolomiti sono una grande opportunità per il nostro Paese, possono essere fatte assolutamente a bassissimo impatto ambientale con strutture già esistenti e quindi possono comportare costi molto minori rispetto a tante altre possibilità e a tante esperienze olimpiche fatte nel passato nel nostro Paese e nel mondo”.  A dirlo è il parlamentare bellunese del Movimento 5 Stelle Federico D’Incà.

Di diverso parere il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher, che ha raffreddato l’entusiasmo pressoché condiviso da tutti i bellunesi, sulla proposta lanciata ieri dal governatore Veneto Luca Zaia per la candidatura delle Dolomiti per le Olimpiadi invernali del 2026.
“Allo stato attuale – ha dichiarato Kompatscher –  sono impossibili Giochi ad impatto zero”. Il presidente della Provincia di Bolzano ha sottolineato altresì l’esigenza di rivedere i criteri per i Giochi olimpici, per poter trovare località europee disposte ad ospitarli.

Roberto Bortoluzzi

Oltre all’intervento dell’onorevole D’Incà  che propone di riutilizzare le opere già presenti sul territorio, ad esempio le piste dei Mondiali di Cortina 2021 e le infrastrutture già esistenti, oggi registriamo anche la dichiarazione favorevole di un esperto del settore, il presidente di Fisi Veneto, Roberto Bortoluzzi.

 

 

«La Fisi del Veneto – ha detto Bortoluzzi – aderisce pienamente e con entusiasmo alla proposta presentata dal governatore Veneto, Luca Zaia e dai presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano per candidare le Dolomiti-Unesco quali sede delle Olimpiadi del 2026 ed auspica che questo grande, ambizioso e da tanto tempo inseguito progetto, possa trovare rapidamente le condizioni per essere proposto ufficialmente al Coni, al Governo italiano e, quindi, al Cio per ottenere la necessaria approvazione».
«L’area delle Dolomiti-Unesco – prosegue Roberto  Bortoluzzi, presidente del Comitato Veneto della Federazione italiana sport invernali – , candidata ad ospitare l’Olimpiade del 2026, è da tempo interessata dalla presenza del sistema sciistico più importante ed innovativo a livello mondiale (il “Dolomiti Superski”), che ha portato ricchezza e sviluppo ai territori interessati e che, da molti anni, dispone già di piste e impianti che hanno contribuito a rendere un servizio di grande efficacia e prestigio allo sviluppo del mondo degli sport invernali internazionale. Prova ne è che molti dei territori interessati già dispongono di tutte le necessarie attrezzature ed impiantistiche per ospitare al meglio i Giochi: nel recente passato hanno, infatti, accolto i Mondiali di sci nordico (Val di Fiemme, 2013) e, per i prossimi anni, attendono appuntamenti come i vari Campionati del mondo, nelle varie specialità, in località come Moena-Falcade-Passo San Pellegrino (2019, sci alpino  jr), Anterselva (2020, biathlon) e Cortina d’Ampezzo (2021, sci alpino).
Quindi il grande intervento da attuare sarebbe  solo quello di intervenire per ristrutturare completamente la pista di bob e slittino, dove far disputare anche le gare di skeleton, intitolata al mitico “Rosso volante”, Eugenio Monti, e che diventerebbe così l’unico impianto italiano per queste discipline dopo la forzata chiusura di qualche anno fa di tutti gli impianti esistenti; la mancanza di alternative sui vari territori regionali, può così rilanciare, per esempio, quella “scuola ampezzano-cadorina” che tanti campioni al bob ha regalato allo sport italiano nei decenni, così come quella altoatesina nello slittino.
Per quanto riguarda, invece, le nuove discipline olimpiche degli sport invernali che vengono svolte “in ambiente naturale”, come lo sci alpinismo, esiste solo l’imbarazzo della scelta delle aree e dei percorsi più interessati da usare. Analogamente esiste ancora una tradizione importante di discipline, come lo slittino ed il bob su pista naturale che, in questa occasione olimpica potrebbero trovare l’occasione utile per essere rilanciate tra gli appassionati di questi sport, trovando così nuova dimensione, entusiasmi e dignità sportivi.
Infine un sogno, da collegare alle esigenze “culturali“ volute dal Cio dagli organizzatori, di saper perpetrare la memoria delle Olimpiadi ospitate sul territorio anche con la realizzazione di un museo. È bene, e sarebbe per noi bello vederlo sorgere magari sulla Marmolada (la “Regina delle Dolomiti”), a fianco di quello sulla Grande guerra, a testimoniare come, da un lato, la guerra sia stata fonte di morte e divisione, mentre l’Olimpiade rimane l’espressione più alta e nobile della pace e della fratellanza tra i popoli, dal momento che, effettivamente, le Dolomiti uniscono, ed ciò che questo progetto propone e dimostra.
Per questo invito tutte le autorità direttamente interessate allo sviluppo del dell’iniziativa – così come tutti i neo parlamentari eletti, di ciascuna componente politica – a voler velocemente collaborare per predisporre tutti gli atti necessari, confermando che la Fisi del Veneto sarò al loro fianco per fornire tutta la necessaria consulenza ed il sostegno ritenuti importanti al buon esito dell’iniziativa».

 

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