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Intervista al professor Ettore Gotti Tedeschi, economista e banchiere, relatore sabato ai Grandi incontri di Liberal Belluno

Sabato 17 marzo alle ore 17.30 al teatro del Centro Giovanni 23mo di Belluno per i Grandi incontri di Liberal Belluno, appuntamento con l’economista e banchiere Ettore Gotti Tedeschi, già presidente dello Ior, la banca vaticana. E’ stato docente di Strategia finanziaria all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e di Etica economica all’Università di Torino. Oggi insegna Etica della finanza all’Università Cattolica di Milano, ed è editorialista de L’Osservatore Romano e del Sole 24 Ore. Ha pubblicato vari libri in tema di economia e religione.
Lo abbiamo contattato per alcune anticipazioni sulla serata dal titolo “Cosa sta succedendo intorno al mondo e perché”.

Professor Gotti Tedeschi, parliamo di sovranità monetaria. Nel ‘700, quando la Banca d’Inghilterra obbligò le colonie ad abbandonare la loro moneta per adottare la sterlina inglese, le colonie sprofondarono in una crisi economica. Raggiunta l’indipendenza, il 16mo presidente Usa Abraham Lincoln emise i verdoni (greenback) che toglieva ai banchieri privati il monopolio dell’emissione e del controllo monetario, ma venne assassinato. La stessa sorte toccò 50 anni dopo a John F.Kennedy che sfidò i banchieri centrali emettendo dei biglietti di stato liberi dal debito. Lei vede qualche analogia con l’introduzione dell’euro?

Direi di no. L’Euro è stato voluto per accelerare il progetto europeo, poiché la moneta comune vuole una gestione economica comune, ed evidentemente avrebbe portato a render accettabile un governo comune, prima finanziario e poi necessariamente totale. Il vero grande problema europeo non sta però nell’euro, sta nel modello costitutivo dell’Europa, che nel progetto originale dei Padri Fondatori (De Gasperi , Adenauer , Schumann..) si fondava su un Europa sussidiaria ai singoli stati, un Europa che avrebbe dovuto non solo proteggere le singole identità, ma anche valorizzare le singole nazioni. Però poi il progetto è stato realizzato sul modello dei promotori del Manifesto di Ventotene (Altiero Spinelli, Ernesto Rossi…), cioè accentrato, verticistico.
Le conseguenze sull’Italia son state tragiche in due soluzioni (lunghe da descrivere qui, lo posso fare alla conferenza) necessarie a privatizzare le imprese di stato e ridurre il deficit di bilancio. Non dimentichiamo che fino al 1993 quasi il 70% del Pil italiano era direttamente e indirettamente in mano allo stato, attraverso le imprese di stato, che si accettò di privatizzare (il famoso Britannia). Il deficit di bilancio era il 7% anno e doveva andare al 3% , secondo le regole del trattato di Maastricht. Per farlo si elaborò il famoso “algoritmo Prodi “, che mise in ginocchio il Paese. Si dovrebbe aver il coraggio di capire che successe, se ancora oggi vogliamo proporre soluzioni.

Qual è la sua posizione nei confronti dell’euro? Abbiamo pagato caro l’ingresso, uscirne potrebbe avere dei costi (prima in termini di spreed e poi di svalutazione della lira) insopportabili a causa degli attacchi speculativi che abbiamo già visto nel 2011 con la caduta di Berlusconi. Come ultima ratio i cittadini italiani potrebbero acquistare il debito pubblico (bot, cct), ma sarebbero disposti a farlo?

L’Euro di per sé è uno strumento neutrale, è come è gestito, in una situazione di crisi come quella attuale, che non funziona. Poi, nel 2011 Berlusconi non è affatto caduto. E’ stato sostituito, cooptando ben tre governi”tecnici” del Presidente. Appunto secondo criteri accentrati e verticistici. (conosco piuttosto bene quello che successe nel 2011). Il debito pubblico italiano fino al 2005-2007 (circa ) era in prevalenza in mano a investitori stranieri (diciamo un 65% circa). Ad ogni scadenza, per rinnovarlo, si doveva fare i conti con il rating del paese gestito altrove, con impatto sui tassi di interesse. Pertanto venne deciso di portare sempre più in Italia il debito, praticamente ribaltando la percentuale Italia /estero. E detto maggior debito sottoscritto all’interno fu collocato prevalentemente sul sistema bancario…( che assorbì il debito pubblico ) decretando un nuovo ciclo negativo, sempre peggiore. Quello che i cosiddetti “partner” europei, ora vorrebbero, per aver banche italiane meno appesantite, è farlo assorbire direttamente dal risparmio privato italiano. Se lo facessimo, se il nuovo governo lo tollerasse, per noi sarebbe la fine. A quel punto suggerirei che fossero gli italiani a emigrare …

Migrazioni. Alla storia dell’accoglienza oramai non crede più nessuno. Tutto ubbidisce al business, ong, scafisti, stati. In tutto questo lei vede una regia per immettere mano d’opera a basso prezzo e aumentare i profitti. O c’è dell’altro?

Non ho alcun dubbio su questa strategia, l’ho studiata e analizzata da molto tempo. Il progetto immigrazione non ha nulla a che vedere con quello che ci hanno raccontato per spiegarlo. E c’è molto altro, ma ne parleremo, se vorrete, al convegno del 17 marzo.

Professor Gotti Tedeschi, lei è stato alla presidenza dell’Istituto per le Opere di Religione (Ior) dal 2009 al 2012. La banca vaticana di oggi è rimasta quella dai contorni opachi dei tempi di Marcinkus?

Non so esattamente cosa fosse ai tempi di Marcinkus, io so cosa c’era ai tempi in cui mi fu affidato l’incarico nel 2009. Ma riferendomi ai “contorni opachi”, come potrebbe non esserlo se si rifiuta di avere una legge antiriciclaggio, procedure adeguate per farla applicare e un organo di controllo neutrale ed efficiente? Cioè se si rifiuta di avere quello che Benedetto XVI mi incaricò di realizzare . Che realizzai nel 2010 con il card. Attilio Nicora e con i maggiori esperti di Legge Antiriciclaggio (l’ex responsabile Legge Antiriciclaggio della banca d’Italia ), i maggior esperti di procedure antiriciclaggio (Deloitte), e con l’Organo di Controllo (AIF) presieduto dal card.Nicora? E che fu modificato il tutto, senza coinvolgere il card. Nicora, tra dicembre 2011 e febbraio 2012, cambiando legge, procedure e ruolo dell’autorità di controllo, per ragioni, diciamo, misteriose? Se vi aggiunge il “mistero” della immediata chiusura dei conti bancari con cui l’Istituto lavorava, il mistero del Rapporto che Moneyval fece in aprile 2012, il mistero della mia cacciata, il mistero del cambio responsabili Aif, il mistero di Vatileaks I°, capisce che l’espressione “mistero” dovrebbe esser ridefinita secondo il titolo della commedia di Dario Fo…

Roberto De Nart

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