I carabinieri smantellano un’associazione di truffatori specializzati in simulazioni di incidenti stradali. In manette medici, infermieri e avvocati. Tre dei destinatari dei provvedimenti di ordinanza di custodia cautelare sono domiciliati a Cortina d’Ampezzo, due in un albergo del centro e il terzo in una abitazione privata di Vodo di Cadore.
I fatti
Dalle prime luci dell’alba, i carabinieri della Compagnia Roma Centro, coadiuvati dai militari delle Stazioni Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato esecuzione a una
ordinanza del gip del Tribunale di Roma di applicazione di misure cautelari nei confronti di 20 cittadini romani (6 custodie cautelari una in carcere 10 agli arresti domiciliari e 4 obblighi di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria).
Questi i reati contestati: associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni di numerose compagnie assicurative RC auto. L’ordinanza ha accolto le richieste avanzate dalla Procura della Repubblica di Roma, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata
“Cartruffe”.
Le attività investigative, durate circa 1 anno, condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo della
Compagnia Roma Centro, sotto la direzione della Procura romana, hanno permesso di individuare una stabile associazione criminale costituita da cittadini italiani, tutti romani, che inscenavano sinistri stradali mai avvenuti e che, tramite la complicità di medici e infermieri affiliati, procuravano alle false vittime dei sinistri lucrosi risarcimenti dalle compagnie assicurative.
Gli illeciti profitti finivano nelle mani del capo dell’associazione, S.P., romano classe ’71, che si occupava della ripartizione delle somme agli associati.
L’indagine, condotta tramite accertamenti presso gli uffici legali delle compagnie assicurative danneggiate, numerosi servizi di osservazione e pedinamento, intercettazioni telefoniche, ha documentato gli “spettacoli teatrali” che l’associazione “mandava in scena”, ossia la simulazione di sinistri stradali.
Gli incidenti erano organizzati sempre nello stesso giorno (quello in cui gli ortopedici associati erano di turno) e con modalità quasi “cinematografiche” laddove il capo dell’associazione. o i suoi più diretti collaboratori, stabilivano il luogo della messa in scena (incroci stradali), i mezzi che si sarebbero dovuti scontrare. E organizzavano il lavoro degli attori (partecipanti ai falsi sinistri) appositamente indottrinati sul comportamento da tenere nella “rappresentazione” del sinistro e poi nelle successive fasi delle pratiche di risarcimento.
Si è inoltre accertata la responsabilità di numerosi sanitari (ortopedici) nella redazione di falsi certificati diagnostici e di false attestazione di cure fisioterapiche, utili ad incrementare artificiosamente l’importo del risarcimento da parte delle compagnie di assicurazione.
L’indagine ha interessato, complessivamente, 207 indagati, 78 dei quali per associazione tra cui , 20 destinatari delle misure cautelari. I falsi incidenti provati sono oltre 30, ma numerosi altri sono quelli ritenuti sospetti sui quali sono in corso ulteriori accertamenti.
Taluni soggetti, tra i quali il vertice e i suoi più stretti collaboratori, risultano aver partecipato nell’arco di soli tre anni, a decine di sinistri stradali, spesso con gli stessi mezzi.
Il danno provocato alle Compagnie assicurative, che hanno fornito piena collaborazione nell’indagine e le truffe ai loro danni, corrispondente al profitto illecito dell’associazione, ammonta a quasi 1 milione e mezzo di euro nell’arco di un solo anno.
Gli arrestati sono stati tradotti presso le case circondariali di Roma Regina Coeli e di Rebibbia in
attesa dell’interrogatorio di garanzia che verrà effettuato dal gop nei confronti di tutti e 20 gli indagati.