Con il “no a tutto” non si va da nessuna parte. Ad esclusione di Italia Nostra, che è sempre stata coerente con la posizione assunta a suo tempo contro il progetto Terna nel Bellunese, dove erano tutte queste fantomatiche associazioni ambientaliste che contestano l’idea di prolungamento della A27 sabato mattina, quando oltre duecento persone manifestavano contro Terna?
A chiederselo è l’Associazione Vivaio Dolomiti
Senza elettrodotti non arriva la corrente e senza strade non arriva la gente. Più grandi sono gli elettrodotti più energia passa; più grandi sono le strade più gente arriva. Allora bisogna pretendere buoni progetti, in tutti i campi, non nessuna opera.
Dati certi dicono che senza autostrada le terre alte stanno morendo. Le uniche zone montane che resistono, o addirittura progrediscono, sono quelle servite dai grandi canali viari. Klagenfurt da essere zona repressa con l’apertura autostradale si è trasformata in zona ricca.
Ovvio – prosegue la nota di Vivaio – che non basta per risolvere i mali della nostra provincia, ma cosa ce ne facciamo di tutti i capannoni vuoti del Cadore, che con l’autostrada potrebbero essere riqualificati a logistica?
Se le genti di pianura ci passano sopra la testa la colpa è solo nostra. Inviteremmo i trevigiani a impedire il passaggio dei bellunesi che vanno al mare o a Venezia utilizzando ovviamente l’autostrada, visti i ragionamenti di questi signori. L’autostrada non è più cosa da discutere, nel Bellunese: è da fare e basta, pretendendo però (e questo è più che ovvio) un buon progetto, rispettoso delle montagne.
Ci fa sorridere chi contesta la Tav asserendo che i trasporti si fanno su gomma e qui dice l’esatto contrario. E ci fa sorridere chi ci accusa di essere contro i tralicci ma a favore dell’autostrada: il corridoio tecnologico che proponiamo sarebbe un progetto rispettoso della nostra terra, non certo l’obbrobrio realizzato in Val Lapisina. Ma chi contesta non si è preso la briga di guardare due carte, come sempre, del resto (il caso Terna insegna).
Non esistono solo i turisti – conclude la nota dell’Associazione Vivaio Dolomiti – , esistono pure le imprese e le emergenze sanitarie, quindi servono collegamenti veloci e flessibili chiedendo opere compensative per i territori esclusi dall’infrastruttura, come ad esempio l’Agordino.