Dal 22 al 24 febbraio nel Padovano il XXXIII Convegno di Medicina della Riproduzione condotto dai professori Carlo Foresta e Andrea Lenzi con i maggiori luminari, studiosi ed esperti. Foresta: “La tecnologia è avanti anni luce rispetto alla medicina riproduttiva, applicata alla clinica, anche nelle sue forme più avanzate. Si solleveranno questioni forti sull’etica”
Se fosse la trama di un film fantascientifico a firma del regista Steven Spielberg, non ci stupiremmo di assistere a clonazioni umane o riproduzioni di esseri umani in vitro. E’ la magia del cinema, perché anche se può spaventare, il nostro salvavita è la certezza che non accadrà mai realmente. Ma quando è la realtà a superare la fantasia o le più futuristiche visioni, allora l’impatto emotivo ci travolge ponendoci dei quesiti esistenziali ai quali è molto complesso dare risposte, soprattutto se invadono il campo dell’etica. Ebbene, questo è lo scenario concreto che ci pone oggi la più avanzata tecnologia, fuori dalle sale cinematografiche, dentro ai laboratori dove la ricerca ha raggiunto risultati straordinari.
Uteri artificiali costruiti in laboratorio in grado di far crescere animali e potenzialmente anche umani, gameti creati completamente in vitro a partire da cellule staminali concepiti per curare qualsiasi forma di infertilità, clonazione di primati, e quindi potenzialmente anche di esseri umani.
Questi sono alcuni dei temi che saranno discussi il 22, 23 e 24 febbraio presso il Centro congressi Pietro d’Abano ad Abano Terme, nel Padovano, dove si terrà il XXXIII Convegno di Medicina della Riproduzione presieduto dal professore di Endocrinologia Carlo Foresta, direttore dell’Unità complessa di Andrologia e Medicina della Riproduzione dell’Azienda-Università di Padova. Il Convegno, a cui parteciperanno oltre mille professionisti, è un’importante occasione di dialogo e confronto sui temi caldi della fertilità e denatalità, e sugli sviluppi della biotecnologia avanzata.
L’endocrinologo-andrologo Carlo Foresta: “Questo convegno mette in evidenza il livello di ricerca raggiunto dalla tecnologia avanzata rispetto alla medicina clinica che, con tutta la sua modernità attuale, ripercorre sostanzialmente la rivoluzionaria metodologia di approccio proposta nell’ormai lontano 1992 dal prof. Palermo, e cioè la Intra Citoplasmic Sperm Iniection (ICSI). Al contrario, le sperimentazioni in ambito riproduttivo hanno raggiunto risultati inimmaginabili, il cui significato rimane ancora oggetto di discussione tra gli addetti ai lavori, ma non è stato ancora affrontato l’aspetto etico delle possibili applicazioni degli stessi. Parliamo di tecniche di clonazione, creazione di ovociti, spermatozoi e uteri artificiali, il ruolo delle cellule staminali nella riproduzione di vita umana. E l’etica? Qui le riflessioni che si sollevano sono forti, la riproduzione si stacca dalla genitorialità e dall’affettività. Quale sarà il ruolo dei genitori di un ipotetico figlio concepito in vitro e sviluppato in un utero artificiale? Quali saranno le implicazioni etiche? Anche se il progresso scientifico di per sé non deve mai essere considerato cattivo o pericoloso (si pensi alla possibilità di terapie geniche per malattie oggi incurabili come Alzheimer e tumori) sono le diverse forme applicative che possono caratterizzare negativamente questi risultati”.
Il Convegno apre giovedì 22 alle ore 10.45 e si protrae fino a sabato 24 febbraio, con interventi, oltre dei Presidenti Foresta e Lenzi, di Andrea Giuliacci che parlerà del riscaldamento globale, dell’accademico Carlo Flamigni che traccerà la storia della genitorialità e del biologo Carlo Alberti Redi e dal genetista Bruno Dalla Piccola che affronterà il tema della riproduzione artificiale tra scienza e fantascienza.