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Crisi Safilo. Pigozzo (PD): “Centinaia di persone rischiano il posto: la Regione intervenga con la massima urgenza per evitare un dramma sociale”

Bruno Pigozzo – consigliere regionale Pd

Venezia, 26 gennaio 2018  –  “La crisi della Safilo rischia di avere effetti devastanti per i lavoratori, con più di 300 esuberi tra Padova, Longarone e Santa Maria di Sala. Dopo i roboanti annunci della proprietà, i dipendenti hanno invece dovuto fare i conti con la realtà. La Regione si faccia immediatamente carico di questo problema e istituisca un tavolo di crisi”. La richiesta arriva dal consigliere del Partito Democratico Bruno Pigozzo, primo firmatario di un’interrogazione sottoscritta dall’intero gruppo dem e da Cristina Guarda della Lista AMP.

“Siamo particolarmente preoccupati, poiché Safilo rappresenta un’eccellenza all’interno di un settore importante e caratterizzante dell’economia veneta. Nessuno si aspettava una situazione simile, anche perché lo scorso aprile l’azienda aveva dichiarato di voler produrre entro il 2020 il 70% dei propri articoli in Italia, mentre in autunno aveva annunciato la firma di accordi per allargarsi nei mercati del Sud America, dell’Asia centrale e dell’Estremo Oriente”.

Parole che però adesso sono in netto contrasto con i fatti. Safilo ha infatti dichiarato centinaia di esuberi nelle sedi italiane: 38 a Padova, sede principale del Gruppo, tra impiegati, quadri e operai), 206 addetti alla produzione a Longarone dove nell’aprile 2017 non era stato rinnovato il contratto a 67 lavoratori interinali) e altri 100 a Santa Maria di Sala in provincia di Venezia, che già aveva perso 61 addetti a tempo determinato nel periodo pre natalizio, a cui non è stato rinnovato il contratto. E non va meglio in Friuli, nello stabilimento di Martignacco e soprattutto a Ormož, in Slovenia, dove ben 228 degli 846 dipendenti hanno ricevuto l’avviso di licenziamento.

“Secondo quanto riportato dalla stampa, la pesante crisi sarebbe da addebitare a scelte strategiche errate, nonché ad un surplus produttivo che solo in Italia per il 2017 è stato del 15%. Le conseguenze però non possono ricadere per intero sui dipendenti che non hanno alcuna responsabilità. Per questo chiediamo alla Regione di attivarsi con urgenza, in modo da evitare che centinaia di persone perdano il lavoro e per ottenere il reintegro di chi non si è visto rinnovare il contratto”.

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