Giovedì primo febbraio alle 20,30 in sala San Felice Marco Cappato presenterà il suo libro: caso dj Fabo è l’inizio di una nuova lotta su cui si gioca il
futuro dell’umanità.
Il caso dj Fabo è l’inizio di una nuova lotta su cui si gioca il futuro dell’umanità. E che va oltre il testamento biologico.
Dall’antiproibizionismo ai diritti dei disabili, dalla libertà scientifica a quella sessuale: una difesa appassionata del nostro diritto alla libertà. Sono questi, in sintesi, i contenuti dell’appassionato libro di Marco Cappato (Credere, disobbedire, combattere – Rizzoli) che sarà presentato il primo febbraio, alle 20,30, a Trichiana (Sala San Felice), in un incontro con l’autore intervistato da Antonio Maconi di VeneziePost.
Radicale, promotore di numerose azioni di disobbedienza civile per la legalizzazione di eutanasia e droghe e per le libertà civili, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica, Marco Cappato è anima di numerose battaglie per i diritti civili, convinto com’è che sia necessario assumersi la responsabilità di contravvenire a leggi ingiuste senza aspettare che qualcuno gentilmente lo conceda. Nel suo libro, Cappato sostiene che l’obiettivo non è violare le regole, ma cambiarle: questa è la cosa giusta da fare quando la legge si scontra con il vissuto delle persone, trascurando diseguaglianze rese ancora più profonde dalle proibizioni.
È questo che ha fatto Marco Cappato accompagnando in Svizzera dj Fabo, aiutandolo a porre fine alla sua sofferenza a costo di essere perseguito penalmente nel nostro Paese. Ed è questo – ha dichiarato – che farà ancora, per difendere il diritto di tutti di essere “liberi di sorridere, fino alla fine”.Eutanasia e fine vita, dunque, ma anche droghe, sesso, internet, genetica, scienza e diritti umani: contro le molte norme che in diversi campi minacciano la libertà e criminalizzano comportamenti diffusi e realtà sociali ineliminabili, Cappato si batte da anni con gli strumenti della disobbedienza civile e della nonviolenza – che indica non una semplice assenza di violenza, ma la costante opera attiva per convertire la violenza nel suo opposto – seguendo le orme di
illustri personalità come Gandhi e di compagni di viaggio come Pannella.Intrecciando pratica e teoria, la sua storia radicale e le sue azioni – dall’arresto a Manchester per la campagna antiproibizionista alla difesa della ricerca sul genoma e le staminali, alla battaglia contro l’informazione manipolata e la limitazione della libertà digitale – spiega oggi in questo libro perché disobbedire (civilmente) è lo strumento indispensabile per chi vuole migliorare il sistema e difendere la libertà di tutti, cominciando dai settori, la scienza in primis, dove la presenza dello Stato spesso non è soltanto inutile, ma controproducente. E perché occorre farlo in prima persona: “assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, sperimentando alternative, creando conoscenza”.