Antefatto
La disposizione che prevede di impiantare nuovi vigneti a 50 metri dalle abitazioni, introducendo siepi protettive contro la deriva delle nubi tossiche, è stata considerato un abuso, come appare dal ricorso al Tar di “Confagricoltura, Coldiretti e Confederazione Italiana Agricoltori (CIA)”, in appoggio alle 4 aziende agricole: Spagnol, Rizzi, Fiorin, Bernardi.
Incredibile! Finché si potevano irrorare, con i pesticidi, strade, scuole, asili, case, orti e giardini altrui, nessuna azienda agricola o consorzio ha protestato. Per la prima volta avviene il tentativo di proteggere la popolazione ed ecco che suonano le campane a martello di 4 aziende agricole, sostenute dalle proprie confederazioni, per marciare compatte contro il nemico,
Peccato che il nemico sia, oggi, la popolazione residente ed un domani, lo saranno pure i turisti, richiamati dalla candidatura UNESCO.
Questo fatto ci ha suggerito di scrivere la storiella che segue
I vigneti del far west
In un paese lontano, ad ovest della Russia, esisteva un bellissimo territorio, con boschi e vigneti in collina, campi di cereali, ortaggi e prati punteggiati da boschetti in pianura.
La popolazione residente coabitava senza problemi con questa agricoltura “eroica” così apostrofata in molte pubbliche dichiarazioni dagli sceriffi locali.
Un sintomo di questa idilliaca convivenza è stato il ritorno a vivere in queste terre, di molti abitanti provenienti dalle invivibili città, perché attraversate da troppe mandrie di cavalli.
Ma c’era un nemico in agguato, gli indiani delle colline che, desiderosi di impadronirsi di questi territori, un poco alla volta, vi hanno introdotto le loro mandrie di cavalli, distruggendo così vigneti, campi coltivati e, soprattutto, il delicato equilibrio esistente.
La convivenza tra gli abitanti e gli indiani è diventata impossibile. Sembrerà strano, ma è successo che pochi indiani siano stati così abili e capaci di sottomettere e condizionare l’intero territorio.
Naturalmente hanno dato pieno sviluppo all’incremento dell’allevamento dei loro cavalli, non curandosi che questi distruggevano vigneti e campi coltivati, rendendo molto difficoltosa e pericolosa la vita degli abitanti.
Sotto la potente spinta economica dell’allevamento dei cavalli, gli indiani prosperarono a spese degli abitanti, finché non intervennero gli sceriffi a ristabilire la legge.
Ma l’esultanza degli abitanti durò molto poco e finì quando si accorsero che gli sceriffi parteggiavano per gli indiani.
Prima cosa mai vista nel far west, prima d’ora!
Per rabbonire la popolazione, gli sceriffi promisero di emanare un regolamento che avrebbe risolto tutti i problemi. Nacque così il “Regolamento Intercomunale di Polizia Rurale”, peccato che gli sceriffi lo fecero in accordo con gli indiani, rifiutando ogni partecipazione degli abitanti.
Questo idillio di pochi venne sconquassato dall’incredibile presa di posizione di uno sceriffo locale, che senza nessun riguardo per i poveri indiani, emanò una legge che imponeva di tenere i loro cavalli ad almeno 50 metri dalle case e dalle proprietà degli abitanti.
Seconda cosa mai vista nel far west, prima d’ora!
Dopo alcuni attimi di sbandamento, gli indiani, ormai padroni dell’economia locale e diventati esperti conoscitori delle leggi, pensarono prima di isolare lo sceriffo ribelle e poi di denunciarlo per ottenere un cospicuo risarcimento danni: i loro cavalli non dovevano patire nessuna imposizione o restrizione.
E gli abitanti cosa ne ricaveranno da questa storia?
Ancora più cavalli nelle loro proprietà e neanche più il diritto di protestare! Perché anche stavolta arriveranno “I NOSTRI” a salvare gli indiani! Purtroppo le storie come questa non sempre hanno un lieto fine, tanto meno nel Far West!
O. A. WWF Terre del Piave TV – BL – gruppo AltaMarca
Gilberto Carlotto