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Banche venete. il Movimento 5 Stelle incontra a Roma le associazioni che tutelano i truffati

Federico D’Incà, deputato

Il Movimento 5 Stelle è ancora una volta a fianco delle centinaia di migliaia di veneti che sono stati truffati dalle banche popolari. Oggi i parlamentari del Movimento hanno incontrato i rappresentanti delle associazioni che tutelano i diritti dei truffati.

All’incontro, tenutosi a Roma, hanno partecipato i deputati Federico D’Incà e Arianna Spessotto, e il senatore Enrico Cappelletti.

Per le associazioni Unite per il Fondo – Adiconsum, Adusbef, Adoc, Casa del Consumatore, Codacons, Ezzelino III da Onara, Federconsumatori Veneto, Federconsumatori Friuli Venezia Giulia, Lega Consumatori e Unione Consumatori – erano presenti invece Barbara Puschuasis, Barbara Venuti, Pasquale Franco Conte, Ignazio Conte, Elena Bertorelli, Franco Carpin, Massimo Campanella, Rofolfo Bettiol, Patrizio Miatello.

Nel corso della riunione sono stati approfonditi i temi della legge di bilancio e dell’importanza di modificare il Fondo per i truffati dalle banche venete.

“Quel fondo – dicono i pentastellati – deve essere aumentato, non possiamo parlare di 25 milioni di euro e basta. Il fondo dovrà inoltre avere delle modifiche sostanziali per renderlo applicabile in tempi brevi e andare incontro alle esigenze dei truffati”.

“Per questo motivo abbiamo presentato tre emendamenti – continuano i 5 Stelle – per rispondere alle istanze di centinaia di migliaia di veneti ridotti sul lastrico dalle banche. Il sistema bancario, che dovrebbe essere la soluzione, è stato ancora una volta il problema. E ancora una volta lo Stato deve farsi carico di questo sfacelo”.

“Durante l’incontro – sottolineano i parlamentari – abbiamo percepito la fiducia dei cittadini nei nostri confronti. Solo qualche giorno fa il candidato premier Luigi Di Maio aveva incontrato i truffati a Treviso, nel corso di un incontro che aveva confermato il grande interesse da parte delle persone coinvolte in questo disastro nei confronti del ricorso alla Corte Europea. Il ricorso è stato pagato con il taglio degli stipendi che i nostri consiglieri regionali si sono auto imposti”.

“I colpevoli devono pagare – concludono i parlamentari 5 Stelle – e noi faremo tutto quello che è in nostro potere nell’ambito della commissione bilancio e nella commissione d’inchiesta sulle banche perché sia fatta chiarezza su quanto è successo”.

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