“Ricordo bene, nel 2012, quando in Consiglio regionale i leghisti facevano a gara tra chi gridava più forte quanto fosse nel diritto dei cittadini di Sappada ‘autodeterminarsi’. Come di consueto alla prova dei fatti, invece, tirano il freno a mano e la macchina sbanda.. Ora conviene mostrare un venetismo muscolare e sciocco, che deve invadere ogni sfera della politica e imporre parole d’ordine anche laddove fino a ieri la Lega (non più Nord) diceva l’esatto contrario”. Lo dice Laura Puppato, commentando la contestazione di Ciambetti e il mancato ulteriore parere della Regione Veneto sul passaggio di Sappada alla provincia di Udine, con ragioni manifestamente inesistenti.
“Il Consiglio regionale ha già affrontato in maniera approfondita la questione di Sappada, rilevando la continuità storica e culturale con il Friuli, da cui fu estromessa nella metà dell’800 con un evidente forzatura che ricondusse il paesino, isola linguistica friulana, nel Bellunese. Sia il dialetto parlato, i riferimenti scolastici, lavorativi, turistici e sanitari, persino tutte le associazioni sportive fanno riferimento al Friuli. Va distinta la questione Sappada rispetto a tutte le altre giacenti e motivate da ragioni economiche – ha spiegato Puppato – ma oggi possiamo riparare all’errore geopolitico, mentre dal punto di vista socio-economico Sappada è già legata in tutto e per tutto alla provincia di Udine. Purtroppo sappiamo che la Lega vive se vivono i problemi e non è adatta alla loro risoluzione, ma dovranno invece accettare che sarà fatta giustizia della volontà esplicita dei cittadini di passare al Friuli”.
“Consolidate direttrici economiche e sociali oltreché storico-linguistiche sono a monte del sì al passaggio di Sappada al Friuli del Consiglio regionale del Veneto nel 2012, dispiace assistere all’ennesimo voltafaccia della maggioranza politica veneta che come su tutte le questioni più importanti per la nostra Regione, PFAS, vaccini, autonomia, Pedemontana, sembra avere molta confusione a dispetto di dichiarazioni tanto roboanti quanto provvisorie.” ha concluso.