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Sappada in Friuli. De Menech: “La Provincia di Belluno rischia di diventare una polveriera”. Piccoli: “Giorno triste per la montagna”. Bellot “Una dimostrazione di democrazia”. D’Incà: “Ora via al fondo per i comuni di confine”

Roger De Menech, deputato Pd

Belluno, 22 Novembre 2017 _ «La montagna, la mia montagna oggi è vittima di una politica debole e senza coraggio». E’ amareggiato il deputato bellunese Roger De Menech dopo il voto con cui la Camera dei deputati ha sancito il distacco di Sappada dal Veneto e la sua aggregazione al Friuli Venezia Giulia. De Menech, coerente con la posizione tenuta in questi anni, ha deciso di non partecipare al voto. «La politica dei francobolli», ha dichiarato in aula, «lungi dal risolvere qualsiasi problema in modo strutturale, rischia oggi di far diventare una polveriera l’intera provincia di Belluno. Basti dire che sabato prossimo verranno celebrati i 10 anni dal referendum della Ladinia che ha interessato i comuni di Colle Santa Lucia, Livinallongo e Cortina con un’iniziativa a cui parteciperà l’ex presidente della Provincia di Bolzano, Durnwalder. Non credo serva aggiungere altro».

Certo, il problema che il Parlamento ha affrontato oggi, afferma il deputato, «viene da lontano ed è stato coltivato da quanti ad ogni livello, comunale, provinciale e regionale per anni hanno cavalcato il malcontento locale, fomentando iniziative referendarie e alimentato di conseguenza legittime aspettative nelle popolazioni che chiedevano di lasciare la nostra regione per unirsi alle Province o Regioni autonome».

Però questo Parlamento ha la responsabilità della propria miopia di fronte ai problemi. E lo è in modo assolutamente trasversale, continua De Menech. Dopo il voto odierno, le migliaia di cittadini degli altri 17 comuni bellunesi che dal 2005 in poi hanno chiesto di passare ad altra regione, si sentiranno giustamente presi in giro: perché per Sappada il Parlamento vota, in fretta e furia, mentre le richieste di Lamon, Sovramonte, Cortina e tutti gli altri rimangono nel dimenticatoio? «Abbiamo imboccato una strada che aumenterà risentimento, frustrazione e antipolitica pura. I problemi e i nodi si sommano, non si sciolgono».

«Ho provato in tutti i modi e in tutti i luoghi, dalla Commissione all’Aula, nelle riunioni formali e informali ha spiegare ai colleghi, deputati e senatori, che il vero tema riguarda lo spopolamento e le condizioni di vita economica, culturale e sociale di chi abita la montagna. Se non decidiamo di affrontare questo tema, non fermeremo il fenomeno e non sarà certo mettendo le comunità una contro l’altra a fermare il desiderio di fuga dai nostri luoghi, splendidi ma tremendamente difficili. Una fuga c’è già in atto, da oltre venti anni, ed è molto più preoccupante dello spostamento di un confine di qualche chilometro. E’ quella messa in atto silenziosamente da quasi 20 mila bellunesi, in stragrande maggioranza giovani, che hanno scelto di andare dove le opportunità di lavoro, relazione e di riconoscimento professionale sono più alte e immediatamente spendibili. Dove, a parità di fatica e di tasse pagate, soddisfazioni e servizi sono maggiori».

La vicenda Sappada lascia sconfitti tutti i protagonisti: una comunità divisa tra passato e presente, rimarrà incapace di fare leva sui propri valori per abbracciare il futuro, rifugiandosi nella rabbia e nel rancore, poco importano a quel punto i confini geografici; una provincia pronta a disgregarsi, dove già si vanno preannunciando altre iniziative per il passaggio di regione; molti altri comuni del Veneto, dall’Altopiano di Asiago alle spiagge di Bibione, dalla Lessinia al Garda saranno legittimamente tentati di prendere le scorciatoie che la miopia politica gli offre; sarà perdente, forse più di tutti, il Friuli Venezia Giulia che ha bisogno oggi più che mai di elaborare un progetto autonomista moderno, aperto e inclusivo.

Infine, conclude il deputato, «credo che l’irresponsabilità vada di pari passo con la cecità volontaria. Né scorciatoie, né spostamenti di confine cambieranno di una virgola l’attrattività della montagna, la sua capacità di generare economie o di garantire una qualità della vita accettabile. Servono interventi strutturali e stabili come chiediamo da anni. Ho ribadito in aula la proposta di quello di affiancare all’ottima esperienza del Fondo Comuni Confinanti altrettante risorse per i territori che non possono usufruirne. Spero che questa volta si sia capito che non è più il momento di aspettare».

Giovanni Piccoli, senatore Forza Italia

“E’ andata come doveva andare a fronte di ritardi enormi della politica. E’ comunque un giorno triste per la montagna bellunese e per tutte quelle zone montane che si trovano in regioni ordinarie. Da qui occorre ripartire per ricostruire un futuro più equo e che riesca a disinnescare effetti deleteri per tutte le aree di confine”. A dirlo è il senatore Giovanni Piccoli dopo che la Camera ha dato l’ok definitivo al passaggio del comune di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia.

“E’ un distacco doloroso, un autentico tornante nella storia politico-amministrativa non solo di questo territorio ma dell’intero Paese. Le variabili di questo sì sono numerose e ancora tutte da declinare”, prosegue Piccoli, che al Senato aveva sostenuto l’istanza plodn votando sì.

“Da bellunese non solo sono dispiaciuto ma anche umiliato e mortificato perché la politica – a tutti i livelli – non è riuscita a trovare ancora una risposta e anzi, in questi ultimi anni di governo Pd, ha ulteriormente acuito le differenze tra Regioni a statuto speciali e Regioni a statuto ordinario, sentenziando – quasi senza possibilità d’appello – che ci sono territori di serie A e di serie B”.

“Questo via libera mette in discussione l’intera architettura dello Stato. Fare finta che non sia successo nulla, sarebbe semplicemente miope. Ora serve un’assunzione di responsabilità, dando ai territori l’autonomia e le risorse che meritano, altrimenti si va a sbattere”.

Raffaela Bellot, senatrice (Fare!)

​”La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”sono le prime parole che sono riecheggiate nella mia mente appena appresa la notizia del voto favorevole della Camera.​ Non voglio nemmeno perdere tempo a rivangare questioni e strumentalizzazioni aperte nelle ultime settimane. È un duro colpo per il Veneto e certo da veneta guardo con tristezza una delle nostre perle che se ne va. Ma Sappada oggi è la voce squillante che ci dice che la democrazia non è morta e riporta la classe politica e dirigente con i piedi per terra: mai dimenticare che siamo eletti come rappresentanti della volontà popolare. Sappada oggi ha dato a tutta Italia una grande dimostrazione di democrazia e a chi deve produrre risposte una sonora sveglia. Ci si rimbocchino ora le maniche per produrre risposte capaci di sollevare il disagio di tutti i Comuni referendari, si esca dalle discussioni prettamente teoriche e formali e si guardi alla concretezza delle necessità. Ci sarà l’effetto valanga così spesso nominato in questi giorni? Non lo so, ma, come nella vita reale, si creino le condizioni di messa in sicurezza e tutto resterà al proprio posto.
Così la senatrice tosiana Raffaela Bellot, prima firmataria del del Disegno di Legge 1082 per il “Distacco del Comune di Sappada dalla Regione Veneto e sua aggregazione alla Regione Friuli Venezia Giulia ” a commento della notizia del voto favorevole della camera dei Deputati sul DDL In questione.

Einstein diceva che non si possono risolvere i problemi con lo stesso pensiero che li ha creati. La citazione arriva dal deputato veneto del Movimento 5 Stelle Federico D’Incà, che ieri ha guidato l’ultima azione parlamentare del gruppo M5S nel voto positivo al passaggio di Sappada in Friuli Venezia Giulia.

“È un momento storico – ricorda D’Incà – si aprono scenari nuovi e molto importanti per il bellunese. Ora che un comune è passato, di fatto tutti i comuni di confine possono passare nelle regioni e alle provincie a statuto speciale confinanti, come è previsto dalla Costituzione. Peccato che questa vera riforma costituzionale sia stata votata nell’indifferenza di un Parlamento che non si è accorto della potenza dirompente di quanto andava a trattare”.

“Questo passaggio porterà a due situazioni – continua il parlamentare bellunese – da una parte finalmente arriverà il fondo per i comuni di confine con il Friuli e dall’altra vi sarà un’accelerazione per la maggiore autonomia del bellunese, come richiesto dai cittadini della provincia nel referendum del 22 ottobre”.

“Ora c’è un pensiero nuovo – avverte il deputato – che ci permetterà di avere nuove armi contro lo spopolamento, che è la vera piaga della montagna bellunese. Lo spopolamento è per la montagna bellunese una vera forma di eutanasia culturale e storica”.

“La trattativa Stato-Regione – spiega – dovrà avere tra i principali punti la questione bellunese e un’autonomia che ci permetta di avere risorse e capacità legislative per affrontare i problemi della montagna. Se questa trattativa non porterà risultati positivi e importanti per la vita dei bellunesi ora, con il passaggio di Sappada in Friuli, tutti i comuni bellunesi avranno il diritto di autodeterminarsi in una regione o provincia speciale. Il problema dell’Italia non è la specialità di alcune regioni ma le differenze che esistono in territori come il bellunese e queste differenze non possono più esistere nel 2017”.

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