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Caso Vettorel. L’onorevole De Menech sollecita i ministri Alfano e Orlando: “O c’è qualcosa che la giustizia tedesca ci tiene nascosto oppure siamo di fronte a un crudele accanimento”

Roger De Menech, deputato Pd

Belluno, 19 Novembre 2017 _ «Quali iniziative i Ministri degli Esteri e della Giustizia abbiano hanno in atto o intendano promuovere per accertare le reali dinamiche che hanno portato all’arresto, oltre che dei nostri connazionali ad oggi rilasciati, di Fabio Vettorel che si trova ancora, dopo quattro mesi, detenuto in regime di custodia cautelare in un carcere vicino ad Amburgo in palese contrasto con quanto auspicato dalla decisione quadro dell’Unione Europea del 2009 e dal successivo Libro Verde della Commissione europea?».

Lo chiede il deputato bellunese Roger De Menech in un’interpellanza depositata in Parlamento giovedì scorso. La richiesta fa seguito all’interrogazione al ministro deli Esteri presentata a settembre sempre dal deputato bellunese.

Come noto il giovane bellunese è stato arrestato il 7 luglio scorso insieme ad altri sei ragazzi italiani durante una manifestazione per il G20. Tutti gli altri sono stati rilasciati mentre Vettorel è ancora in carcere. L’accusa iniziale contro Vettorel era di disturbo alla quiete pubblica, ma il 21 settembre è stata formalizzata quella definitiva, che aggiungeva il tentativo di causare danni mediante mezzi pericolosi e resistenza a pubblico ufficiale.

«Ad oggi non ci sono testimoni che dichiarino di avere visto Vettorel commettere un reato durante la manifestazione», scrive De Menech. «Esiste un video degli scontri della mattina del 7 luglio, ma in questo video lui compare solo ai margini del corteo. I cinque testimoni dell’accusa, cinque poliziotti che hanno reso testimonianza al processo, non avrebbero mai visto Fabio e comunque ci sarebbero testimonianze fortemente contraddittorie come quelle relative al lancio di 15 pietre dal lato del corteo dove stava Fabio, circostanza che però non è stata confermata da altri poliziotti».

A rendere ancora più amara la situazione è la considerazione del fatto che il capo d’imputazione per cui è detenuto Vettorel, ovvero quello di “grave disturbo della quiete pubblica” era stato inasprito proprio da una legge entrata in vigore nei giorni immediatamente precedenti al G20. «Ora, è legittimo ritenere che intervenire sugli strumenti repressivi a disposizione delle forze dell’ordine, con misure ulteriormente penalizzanti, in prossimità dei vertici globali, rischia di tradursi in una grave lesione al fondamentale diritto alla libera espressione», afferma il deputato.

«È possibile ravvisare una discriminazione patente nei confronti del cittadino comunitario Fabio Vettorel, visto che tutti i cittadini tedeschi incensurati accusati di reati analoghi o più gravi sono stati rilasciati, non essendo stato evidenziato per loro alcun pericolo di fuga». Infatti, la decisione quadro 2009/829/GAI del 23 ottobre 2009 sull’applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle decisioni sulle misure alternative alla detenzione cautelare, operativa dal 2012 ha istituito “l’ordinanza cautelare europea che riguarda la libertà provvisoria nella fase pre-processuale. Il Libro verde sull’applicazione della normativa UE sulla giustizia penale nel settore della detenzione ne spiega il funzionamento: “consente la possibilità di emanare una misura cautelare non detentiva, in base alla quale si potrà essere trasferiti dallo Stato membro, dove la persona non residente è indagata per aver commesso un reato, allo Stato membro dove la persona indagata è abitualmente residente”.
«Le ultime notizie sulla negazione della libertà vigilata a Fabio, ci restituiscono un quadro fosco», dichiara De Menech. «O c’è qualcosa che la giustizia tedesca ci tiene nascosto oppure siamo di fronte a un crudele accanimento».

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