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martedì, Ottobre 8, 2024
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Dopo 71 anni il “Canto degli italiani” è riconosciuto come inno ufficiale della Repubblica italiana

La Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato in modo definitivo il disegno di legge n. 2959 sul riconoscimento del “Canto degli italiani” di Goffredo Mameli e Michele Novaro quale inno nazionale della Repubblica.

Dall’unità d’Italia (1861) inno nazionale fu la “Marcia Reale” di Giuseppe Gabetti composta per re Carlo Alberto, mentre con l’avvento al potere di Mussolini e fino alla caduta del suo governo all’esecuzione della marcia del Gabetti seguiva, nelle manifestazioni pubbliche, “Giovinezza”, l’inno ufficiale del Partito Nazionale Fascista. Dopo l’armistizio di Cassibile (1943) il governo Badoglio adottò in modo provvisorio “La canzone del Piave” mentre dopo la liberazione di Roma (1944) venne reintrodotta la “Marcia Reale”. Con la proclamazione della Repubblica del 12 ottobre 1946, il Consiglio dei ministri presieduto da De Gasperi decise che per il giuramento delle forze armate del 4 novembre si adottasse il “Canto degli italiani”. Nel verbale della seduta si precisava che «La formula nuova del giuramento sarà sottoposta all’Assemblea Costituente. Si proporrà schema di decreto col quale si stabilisca che provvisoriamente l’inno di Mameli sarà considerato inno nazionale». Ma in realtà nei decenni successivi nulla di questo venne compiuto. Solo il 19 settembre 2002 venne presentata alla Camera la proposta di legge n. 3170 “per il riconoscimento dell’Inno di Mameli quale inno ufficiale della Nazione” ma senza esiti. Tra i risultati degni di nota la legge n. 222/2012 che, tra l’altro, prevedeva nelle scuole di ogni ordine e grado “l’insegnamento dell’inno di Mameli e dei suoi fondamenti storici e ideali”.

Con l’approvazione del Senato la Repubblica italiana si dota dunque, dopo 71 anni, di un inno ufficiale, conosciuto come l’inno “Fratelli d’Italia” (1847), con le parole scritte da Goffredo Mameli (1827-1849) mentre la musica è di Michele Novaro (1815-1885). L’Italia colma inoltre un vuoto che durava da troppo tempo rispetto ad altre nazioni come la Germania, la Francia o il Portogallo che hanno assegnato ai propri inni un riconoscimento speciale, così come la stessa Unione europea ha posto tra i suoi simboli l’Inno alla gioia di Ludwig van Beethoven.

Michelangelo De Donà, Università degli Studi di Pavia e Unimed

Daniele Trabucco, Università degli Studi di Padova e Unimed

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