“La Dmo (acronimo che sta per destination management organization ndr) deve rilanciare la collaborazione con i privati altrimenti non si uscirà dall’immobilismo di questi ultimi due anni, intollerabile e inconcepibile per un territorio che turisticamente ha ancora molto da dire”.
A dirlo è il senatore Giovanni Piccoli che così entra nel merito delle tensioni cresciute in questi mesi all’interno della DMO provinciale.
“Il tavolo della DMO Dolomiti – composto da 7 sindaci e da privati – dovrebbe indirizzare e condividere le linee strategiche per il potenziamento turistico del Bellunese. Peccato che fino a oggi sia stato fatto poco o nulla, fatta eccezione per i 5,4 milioni di euro derivanti dai Fondi di Confine, solo in minima parte utilizzati peraltro assegnandoli a un’azienda altoatesina per la predisposizione di un piano di marketing e comunicazione”.
“L’immobilismo della Dmo sta provocando dei primi danni al sistema: penso ad esempio ad alcuni bandi regionali andati recentemente deserti e che invece, se ben sfruttati, potevano avere un effetto positivo per l’economia”, sottolinea Piccoli, riferendosi in particolare ai bandi sulle progettualità innovative in ambito turistico emanati in estate. “La Dmo ha dato solo partnership esterni, senza partecipare attivamente alla costruzione di alcuna proposta”, afferma Piccoli.
“Il rilancio dell’attività della Dmo non può prescindere da una vera collaborazione fra anima pubblica e anima privata. Un primo segnale di discontinuità dovrà arrivare da un rinnovamento della governance della stessa Dmo”, la conclusione di Piccoli.