Sulla questione Sappada interviene la senatrice Raffaela Bellot che dice: “In questi giorni sono rimasta volutamente in silenzio ad osservare, ora però, alla luce anche della discesa in campo della Regione Veneto mi sembra doveroso proporre una riflessione. È passato poco più di un mese da quando, al Senato, con voto ampio, trasversale e comune ai diversi schieramenti politici Sappada, dopo nove anni di attesa, ha ottenuto voto favorevole alla propria richiesta di distaccamento dal Veneto per approdare in Friuli Venezia Giulia.
Poco più di un mese. Ma in questi ultimi giorni dalle parti che più pesano, le stesse che in Senato hanno espresso parere favorevole, assistiamo ad una alzata di scudi per interrompere l’iter di risposta ai referendari. In nome di appelli, comprensibili ma vuoti alla luce degli atteggiamenti fin qui tenuti, all’unità territoriale del Veneto e di vizi di procedura di cui nessuno, in nove anni, si era mai accorto.
La mia riflessione allora – prosegue la parlamentare bellunese – è questa: quanto onesto è stato il voto espresso in Senato lo scorso 21 settembre? E ancora, proprio in nome di quel referendum veneto e bellunese cui siamo stati chiamati solo un mese dopo – il 22 ottobre – chi lo ha sostenuto, al di là delle dichiarazioni, ci sta forse dimostrando con i fatti che esistono referendum di serie A e referendum di serie B? O forse questo lavoro armonico tra Governo e Consiglio regionale del Veneto ci vuole far riflettere sul fatto che i sappadini possono essere considerati merce di scambio al tavolo delle trattative per l’autonomia?”
Così la senatrice tosiana Raffaela Bellot, prima firmataria del DDL 1082, a commento delle notizie degli ultimi giorni.
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