Cent’anni fa, il 10 novembre 1917, “le avanguardie nemiche arrivarono per l’una e l’altra delle due strade che menano qui da Ponte nelle Alpi e Vittorio, per quella di destra pare siano venuti dei Tirolesi, poi dietro a loro altri di lingua tedesca. …Per la sinistra del Piave, verso le 15, giunse un ufficiale germanico e la scorta, che prese possesso della città: attraversarono il Piave suoi rottami del Ponte coperti da una assicella. Salito alla città l’ufficiale … fu condotto al Municipio, dove fece la parlata in tedesco avvertendo che da quell’ora i padroni erano i vincitori e la rappresentanza <civica> avrebbe risposto dell’ordine pubblico con la propria testa. L’11 novembre 1917 fu un ben triste San Martino, festa del patrono, che vide sotto una pioggia incessante il sopraggiungere di tante truppe di tutte le nazionalità dell’Impero Austro-Ungarico e Tedesco”.
Ce lo ricorda la news dell’Archivio storico del Comune di Belluno diretto da Orietta Ceiner, per l’anniversario dell’inizio dell’An de la fan.
Il generale von Hortd, comandante supremo, prese alloggio all’Albergo Cappello, l’unico in città rimasto aperto e in funzione. A von Hordt si deve la frase rimasta negli annali della storia cittadina con rilevante orrore: “L’Italia che volle la guerra, dovrà scontarne tutte le conseguenze e perciò la popolazione, rimasta nei territori occupati, sarà trattata con rigore!”.
Successivamente si stabilì in città il comandante del distretto di Belluno colonnello Karl von Kantz, che ebbe abitazione nell’edificio sede della Banca Bellunese in accomandita, casa Prosdocimi in Piazza Campitello – già Palazzo Capellari.
Il comando supremo con gli uffici governativi, si installò nell’antico Palazzo dei rettori di piazza Duomo, sede della Prefettura, issata sul poggiolo monumentale la bandiera giallo-nera.
La città tutta visse drammaticamente l’arrivo degli invasori, che operarono indiscriminati saccheggi, distruzioni e violenze ai danni di cose e persone, perpetuati per un anno, l’An de la Fan, sino al 1 novembre 1918, giorno della Liberazione.