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Benessere animale. Cristiano Fant: “Nel Bellunese 550 segnalazioni di maltrattamento”

Cristiano Fant

Se per benessere ambientale, scelte ecologiche e modalità di riciclaggio dei materiali siamo in cima alle classifiche, non si può dire altrettanto in merito al benessere degli animali. Stando ai dati di Cristiano Fant, responsabile del Movimento Antispecista Bellunese, infatti, 550 sono state le segnalazioni per maltrattamento animale nel Bellunese negli ultimi anni. Un dato questo che fa riflettere.
Se, da un lato, siamo provvisti nel territorio di vari enti e associazioni che promettono di tutelare e vigilare sulle condizioni di vita degli animali, è evidente dall’altro che quanto fatto finora non è abbastanza, o quantomeno viene svolto sotto forma di controlli superficiali. Le stesse realtà animaliste presenti sul territorio, infatti, sembrano non essere all’altezza della situazione.
“Purtroppo, quello che riscontro in provincia, – afferma Fant –  è che vi sono molta leggerezza e poca competenza nel valutare gli aspetti di una detenzione. Il livello culturale riguardo il benessere animale a Belluno è vergognoso. Il primo passo va fatto dai volontari, da chi dice di amare gli animali che deve cominciare a studiare quello che serve per tutelarli; dobbiamo diventare dei professionisti non pagati in questo settore”.

Conoscenza, dunque in primis, per poter svolgere interventi e valutazioni competenti.
Cristiano ha deciso di intraprendere questa strada inizialmente da solo, perché quando è entrato nel mondo animalista ha capito a breve che era un aspetto di cui nessuno si occupava, o meglio di cui nessuno si occupava con adeguata competenza. “Ho cominciato così a studiare norme, leggi europee, nazionali, regionali e locali ed etologia riguardante gli animali presenti in provincia; ho studiato a fondo il concetto di benessere animale e come si applica a ogni specie; ho analizzato sentenze della Corte di Cassazione. Mi sono documentato non solo sugli animali da affezione ma anche su quelli da allevamento e sui selvatici; conosco bene le normative vigenti sulla caccia e sui reati ambientali. A distanza di 4 anni, ho raccolto circa 550 segnalazioni di maltrattamento provenienti dalle zone di Belluno”.

Informandosi sul tema della tutela animale e sulle modalità migliori per gestire i casi di maltrattamento, Cristiano è entrato in contatto con animali domestici, ma anche di allevamento.
E, nel corso degli anni, si è trovato ad avere a che fare con situazioni terribili, di cui spesso si preferisce non leggere o parlare, e le cui vittime, invece, meritano di avere qualcuno che faccia loro da portavoce: “Ho segnalato casi di detenzione in condizioni spaventose, in cui il sequestro era dovuto, in quanto previsto dalla legge e non è stato fatto nulla per sistemare l’animale”.
Come il caso di un cane di circa 12 anni, tenuto in un box di una casa disabitata con il proprietario che viveva a qualche centinaio di metri; il box era completamente all’ombra. Lo scorso inverno Cristiano ha visitato il cane per una quarantina di volte a qualsiasi orario (anche in piena notte), con la temperatura che raggiungeva picchi di meno 17°; trovando acqua ghiacciata, terreno cosparso di feci con la muffa, odore cattivo, acqua congelata, cuccia vecchia e logora, nessuna coperta. Il cane, nonostante fosse stato già visitato dagli addetti, è stato lasciato dove si trovava. Cristiano, quindi, ha poi trovato un modo per farselo consegnare e trovargli una casa confortevole.
Questo è solo uno dei tristi esempi, documentati negli anni con fotografie, relazioni e testimonianze.
“Dalla mia esperienza, il concetto di benessere animale è sconosciuto o ignorato dagli addetti al settore che, nel verificare le condizioni detentive degli animali non valutano praticamente mai il loro status psicologico, limitando i controlli a verificare se cani, mucche o quant’altro hanno acqua, pulizia del box detentivo (ma non sempre). Si dimentica di controllare se l’animale vive secondo quanto richiesto dalla sua etologia, nel diritto di essere senziente riconosciuto dall’Unione Europea: esso prevede ampiamente il riconoscimento di ogni diritto in essere per l’animale in questione”.

È bene ricordare che l’Art 727 del Codice Penale punisce chiunque abbandona animali domestici che abbiano acquisito l’abitudine alla cattività e chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttivi di gravi sofferenze.
Alla luce di questo, come spiegato da Fant, nel momento in cui un cane viene detenuto costantemente in giardino, senza interazioni con la famiglia di appartenenza, si compie un maltrattamento, in quanto il cane vive uno stress sociale perché privo di qualsiasi rapporto con altri membri. ‘Questo fatto è ampiamente assunto dalla medicina veterinaria e vi sono ormai parecchie sentenze della Corte di Cassazione al riguardo che puniscono chi detiene cani in isolamento sociale in tale modo’.
Ci sono, quindi, vari aspetti da considerare quando si valuta una detenzione.

Attualmente, Cristiano sta cominciando a organizzare incontri nelle scuole, oltre a portare avanti altri progetti rivolti alla popolazione focalizzati sul tema della tutela animale.

Valentina De Nart

 

 

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