La giornata di lunedì 6 novembre, prevede un doppio appuntamento nell’ambito della rassegna Passi e trapassi: alle 16.30, alla Libreria Mondadori di via Mezzaterra, MariaRosa Da Rolt, Paola Menazza e Laura Secco proporranno “Niente paura, siamo bambini!!!”, un appuntamento per bambini e famiglie dove si condivideranno letture e immagini di e con Sorella Morte.
Alle 20.30, nella Sala Bianchi di viale Fantuzzi, Fondazione Architettura Belluno Dolomiti e Ordine Architetti Belluno propongono “I am a tree”, progetto per un parco luogo della memoria, con l’architetto Consuelo Fabriani e la tanatologa Marina Sozzi.
“I am a tree” è un progetto paesaggistico finalizzato alla realizzazione di un un parco memoriale dove convivono culti religiosi e spiritualità laiche nel rispetto e nella comunione del ricordo di chi non è più tra noi; si rivolge a chi desidera ricordare i propri cari in un luogo bello capace di annullare la distanza tra il mondo dei morti e quello dei vivi, e a chi riconosce negli alberi il simbolo della vita che si rigenera.
Martedì 7 novembre, invece, alle 20.30, ci sarà l’incontro con il filosofo e teologo Rinaldo Ottone sul tema “Memento mori. Un avvertimento impertinente o richiamo “vitale”?”
“Ricordati che devi morire” sembra oggi un richiamo inopportuno e imbarazzante: perché mai si dovrebbe ricordare una cosa del genere? Non è forse molto meglio concentrarsi sulla vita e su quello che ha da offrire? Nel passato questo avvertimento serviva per richiamare alla coscienza del singolo il fatto che, dopo la morte, ci sarebbe stato un giudizio finale e che, in quel momento, con una speciale bilancia, si sarebbero dovuti fare i conti. Una simile prospettiva sembra oggi difficile da sostenere, perfino fra i credenti. Se è così, quale significato può avere un simile avvertimento a ricordare qualcosa che, in fondo, nessuno vuole più sentire?