Venerdì 27 ottobre al centro culturale Piero Rossi di Belluno si è svolta la presentazione del libro “Custodi Erranti. Uomini e Lupi a confronto”, scritto dal biologo e fotografo naturalista Matteo Luciani. Un tema che lo ha sempre interessato è la coesistenza tra l’uomo e il contesto naturale in cui egli opera, e di come tale connubio possa essere possibile senza che gli equilibri eco-sistemici vengano alterati.
È proprio da qui che ha iniziato a pensare e a sviluppare un inedito progetto fotografico riguardo una breve (ma al contempo lunghissima) storia centrata sul difficile rapporto tra il lupo e la pastorizia; facendo altresì luce sulle possibili strategie per una coesistenza duratura.
In questo progetto durato tre anni l’autore ha vissuto circa tre settimane insieme a tre pastori, mentre molto più tempo l’ha invece trascorso in solitudine, con l’intento di riprendere alcune delle moltissime specie vegetali e animali che caratterizzano la Riserva delle Montagne della Duchessa (Appennino Centrale al confine tra Lazio e Abruzzo).
Luciani ha descritto la sua esperienza di vita a contatto con questi tre pastori e lo straordinario incontro con il lupo, animale misterioso che da sempre affascina l’uomo ed è presente nell’immaginario collettivo:
‘’Una storia in cui lupi e uomini non vengono documentati in maniera separata, ma come due vite parallele che si incontrano e che condividono tra loro molto più di ciò che si è portati a pensare, in un contesto ambientale ricco di personaggi e luoghi straordinari. Tutte componenti legate tra loro da un filo, il quale potrebbe spezzarsi con grande facilità.
Le straordinarie immagini di questo libro fotografico non riportano soltanto la dura vita degli ultimi pastori transumanti della zona, ma anche l’incontro di quest’ultimi con il lupo, il più affascinante, misterioso ed intelligente animale che da secoli abita questi ambienti. L’incontro tra l’uomo e l’animale, tra il Pastore ed il Lupo è descritto attraverso una serie di scatti inediti, frutto di pazienti e silenziosi appostamenti, che iniziano sin dalle prime luci dell’alba per finire al tramontare del sole: come l’incredibile sequenza di un cane pastore abruzzese che mette in fuga i lupi, impedendogli così di avvicinarsi al gregge. Una sequenza fotografica mai prima di oggi riprodotta e pubblicata’’.
Grazie a queste magnifiche fotografie scattate dall’autore il pubblico ha potuto, così, ammirare i paesaggi dell’Appennino centrale ed anche la fauna presente sul posto.
Di recente, nel Bellunese alcuni allevatori hanno subito delle perdite ai loro greggi, e sorge quindi spontaneo ripensare a questi fatti alla luce delle considerazioni emerse dall’incontro con Matteo Luciani. Egli, infatti, ha spiegato che :
‘‘Le foto scattate dimostrano inequivocabilmente che la presenza dei cani da guardiania e di recinzioni adeguate, è essenziale nel rendere possibile la coesistenza tra uomo e lupo, specialmente in quelle zone italiane ed europee dove tale gestione del pascolo è stata abbandonata da decenni o mai attuata.
Durante il mio periodo nella Riserva Naturale delle Montagne della Duchessa ho capito che la difesa del bestiame è una delle chiavi per ridurre l’impatto da parte del lupo. Infatti, ho potuto constatare l’estrema importanza rivestita dalla costruzione di recinzioni adeguate, dall’utilizzo dei cani da guardiania e dalla presenza costante del pastore durante il giorno.
In una situazione in cui vi è l’assenza del pastore (o con controlli occasionali) e dove gli animali domestici sono lasciati liberi al pascolo senza alcuna forma di custodia, è chiaro che il lupo preferisca cacciare la preda più facile, con un minor consumo di energia. Per questo motivo è essenziale che gli animali domestici siano supervisionati giornalmente dall’allevatore.
A tal proposito, nelle zone delle Alpi piemontesi, dove sono stati combinati più sistemi di prevenzione per la protezione delle greggi ovi-caprine (recinzioni, cani da guardiania e presenza giornaliera del pastore), la predazione da parte del lupo è diminuita drasticamente. In questo modo il lupo viene “educato” a rivolgere la sua attenzione sulle specie selvatiche, poiché i suoi sforzi nel catturare gli animali domestici (adeguatamente custoditi) supererebbero i reali benefici.
Purtroppo non tutti gli allevatori sono propensi a collaborare e a mettere in atto le giuste misure di prevenzione, che implicherebbero il dover cambiare le modalità di gestione del bestiame.
Per poter permettere la convivenza tra lupo e attività zootecnica gli allevatori hanno soprattutto bisogno delle istituzioni e di personale altamente qualificato che possa prendere decisioni sulle giuste misure di tutela.’’
Inoltre, “Da uno studio condotto dai ricercatori Mertens e colleghi (2005) in Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Campania, Umbria è emerso che su un totale di indennizzi di circa due milioni di euro per il risarcimento di danni da fauna selvatica, la percentuale pagata per il lupo è del 18% a fronte del 78% per gli Ungulati, di cui solo il cinghiale rappresenta il 75%. Questi studi sottolineano come le spese d’indennizzo riferite al lupo siano assolutamente sostenibili da qualsiasi regione di cui è costituito il territorio italiano, specialmente se confrontate con altre spese dovute alla presenza degli Ungulati”.
Eliminando il predatore, pertanto, aumentano i costi pubblici.
Sarebbe, quindi, davvero importante educare anche gli allevatori locali ad una più intelligente gestione del gregge, garantita da cani ben addestrati, e che permettano così una naturale convivenza tra diverse specie animali (come già accade da vari anni in più zone d’Italia).
Interessante ricordare quanto descritto da Luciani riguardo un pastore da lui conosciuto, il quale negli ultimi tre anni ha perso solo 4 pecore, mentre un altro pastore non direttamente documentato nel libro, negli ultimi 10 anni non ne ha persa nessuna, in quanto cani come il Pastore Maremmano Abruzzese fanno sì che i lupi non si avvicinino al gregge; attenzione, non aggredendo i lupi , ma semplicemente mettendo in atto un controllo gerarchico che avviene da sempre in natura. Il lupo è un animale intelligente e difficilmente si metterebbe a fronteggiare un grande cane da guardiania.
Il lupo, inoltre, è un fattore di regolazione fondamentale nelle catene alimentari e il suo ritorno, con la presenza di una popolazione stabile, in gran parte della nostra penisola è un bene per gli ecosistemi:
‘‘La sua presenza è fondamentale, ad esempio, nella regolazione del numero di Ungulati (che rappresentano il 90% della sua dieta), i quali in assenza di un predatore possono recare gravi danni all’ambiente e alle colture agricole. Ad esempio, può limitare la presenza del cervo che ha un impatto rilevante sull’ecosistema forestale, in quanto scortica gravemente gli alberi e bruca gli apici vegetativi delle giovani piantine. Per questo il lupo è considerato anche una specie “ombrello”, poiché la sua conservazione porta con sé quella di altre specie, mentre la sua assenza porta all’estinzione di altre forme di vita’’.
Dunque, una convivenza futura migliore tra uomo e lupo è non solo possibile, ma bensì doverosa.
Come ha concluso venerdì l’autore del libro, sarebbe davvero imperdonabile non dare la possibilità alle generazioni future di conoscere, immaginare e percepire un animale tanto affascinante ed evoluto quale è il lupo.
Per maggiori info: https://www.matteoluciani.com/custodi-erranti—errant-keepers.html
Valentina De Nart