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Sappada in Friuli. L’onorevole De Menech dice no: «La politica dei francobolli non porta a nulla»

Roger De Menech, deputato Pd

Belluno, 25 Ottobre 2017 _ «La politica dei francobolli, non porta alcuna soluzione e sposta i problemi di qualche chilometro all’interno». Il deputato bellunese Roger De Menech è intervenuto oggi in I Commissione Affari costituzionali della Camera per ribadire che le soluzioni per la montagna e per il Bellunese o sono di carattere complessivo, oppure rischiano di alimentare divisioni, acuire il malcontento e aumentare il senso di frustrazione e abbandono.

«Se oggi il Parlamento acconsente al passaggio di Sappada in Friuli», afferma De Menech, «domani dovrà affrontare il medesimo quesito per San Pietro di Cadore che, come ovvio, sarà il prossimo comune confinante e avrà piena legittimità di indire un referendum chiedendo di distaccarsi dal Veneto e unirsi alla regione a Statuto Speciale».

«In questa vicenda, risultano evidenti tanti egoismi particolari: della Regione Friuli Venezia Giulia, che preferisce prendersi un comune in più invece di sedersi al tavolo e studiare delle forme di compensazione come da me proposte sulla scorta del Fondo Comuni Confinanti messo a disposizione da Trento e Bolzano; dei tanti esponenti politici, di tutte le parti politiche e ad ogni livello, che anziché guidare i processi e cercare soluzioni concrete hanno assecondato gli eventi, lasciando che fossero altri a dover raccogliere i cocci; della Regione Veneto che da venti anni ha sul tavolo il dossier Belluno e invece di sminare il campo, ha tergiversato ed evitato di affrontarlo concretamente, esacerbando gli animi; lo Stato attento alle metropoli e disattento alle zone di aree di montagna da almeno trent’anni».

«Vittime di questi atteggiamenti opportunistici sono i cittadini di Sappada che sono costretti a scegliere tra il richiamo della specialità Friulana e la difficoltà di continuare una battaglia comune. Ma anche tutti i cittadini degli altri 17 comuni che dal 2005 al 2014 hanno chiesto di andarsene. E infine tutti i bellunesi trattati come merce di scambio politico».

Il rischio concreto, conclude De Menech, «è che adesso i tentativi di passare da una regione all’altra si moltiplicheranno, e nessuno, a Roma, Trieste e Venezia, avrà la credibilità o l’autorevolezza per governare tale processo».

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