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Alimenti contaminati da Pfas. Zanoni (PD): “I risultati del monitoraggio stanno andando alle Calende greche. Per la Regione nessuna urgenza”

Andrea Zanoni – consigliere regionale Pd

Venezia 18 ottobre 2017  –  “Da luglio sto aspettando i risultati del monitoraggio degli alimenti per verificare la contaminazione da Pfas. Nonostante le promesse della Regione, l’unico dato oggettivo è la mancanza di dati”. La nuova sollecitazione arriva dal consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni, che ha depositato una interrogazione a risposta immediata chiedendo notizie certe sul Piano di campionamento annunciato dalla Giunta il 26 dicembre 2016.

“Dopo la denuncia della trasmissione televisiva ‘Le Iene’, con le dichiarazioni di allevatori e agricoltori sull’utilizzo in determinati allevamenti di tacchini e di galline ovaiole di acqua da pozzo contenente Pfas, avevo posto il problema dei prodotti alimentari potenzialmente contaminati. Una preoccupazione quasi ovvia, visto che si parlava del coinvolgimento di un grosso nome della grande distribuzione. Nella risposta all’interrogazione, presentata oltre un anno fa, era stato garantito l’impegno a concludere il monitoraggio nel più breve tempo possibile e comunque nel mese di luglio 2017”, ricorda il consigliere che aveva denunciato il tutto anche al Tribunale di Vicenza.

“Questo ritardo è inquietante, viene il dubbio che non si voglia porre la massima attenzione sulla catena alimentare, minimizzando per tranquillizzare cittadini e consumatori. Ma così facendo si ottiene l’effetto opposto. I dati dovevano essere già disponibili, la Regione doveva muoversi con immediatezza e sarebbe stata comunque in ritardo, perché la scoperta dell’inquinamento risale ormai a quattro anni fa. Ricordo, inoltre, che il 6 novembre del 2015 la sezione Veterinaria e sicurezza alimentare mi trasmise delle primissime analisi da cui emergevano evidenti contaminazioni su pesci, uova, bovini, selvaggina tali da far agire con urgenza la Regione per ulteriori approfondimenti. Invece, ancora, c’è un silenzio assordante. Tra l’altro stiamo parlando di alimenti che non sono legati al solo territorio della zona rossa, essendo commercializzati in tutta Italia”.

“La dimostrazione di una possibile sottovalutazione del problema legato alla catena alimentare viene implicitamente ammesso con la delibera 1590 del 3 ottobre 2017 che riguarda i nuovi limiti di Pfas sull’acqua per gli allevamenti, stabilendo limiti elevatissimi come 500 nanogrammi/litro per i Pfoa – conclude Zanoni – A questo punto vogliamo che non sia nascosto niente: ci dicano se il monitoraggio si è finalmente concluso e rendano noti tutti i risultati perché’ nel frattempo i cittadini non sanno che cosa stanno mangiando”.

 

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