In margine alla presa di posizione a nome del Pd dell’Oltrardo, a firma di Mario Svaluto, il Comitato Referendum Provinciale, con particolare riferimento alla «presunta presa in giro del popolo bellunese», desidera puntualizzare quanto segue:
1) il Referendum Provinciale Consultivo di domenica 22 NON è l’ennesimo, «nono» o «decimo» che sia, referendum sullo «stesso quesito». Svaluto si riferisce ai referendum territoriali (o “secessionisti”) per il passaggio alle vicine autonomie speciali, referendum locali che nulla hanno a che vedere con il voto provinciale di domenica 22.
2) E’ la prima volta che, con questo Referendum consultivo, viene attuato l’art. 66 dello Statuto della Provincia, stilato durante l’amministrazione di Sergio Reolon, volto a favorire la partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica.
3) Il quesito di domenica prossima può apparire lungo, ma è di una chiarezza esemplare essendo proiettato a rafforzare l’autonomia amministrativa della Provincia nei rapporti sia con la Regione che con lo Stato.
4) Senza fare filosofia della politica, un referendum consultivo rientra a pieno titolo nell’ambito della “democrazia partecipativa”, tutt’altro concetto della c.d. “democrazia diretta” a cui Svaluto fai riferimenti forse un po’ troppo frettolosi.
In conclusione, il Comitato Referendum Provinciale auspica una massiccia affluenza alle urne e un grande SI’ al quesito bellunese.
Il SI’ serve per portare avanti il processo dell’autonomia amministrativa e finanziaria della Provincia di Belluno nella legislazione ordinaria regionale, nella legislazione ordinaria statale e nelle auspicabili intese fra Regione e Stato per nuove competenze a favore del Veneto ai sensi dell’art. 116 della Cost., nell’ambito delle quali (intese) va scritta fin da subito una pagina “Montagna bellunese” al fine di evitare qualsiasi ipotesi regionocentrica che la politica e la burocrazia regionale certamente invece coltivano!
Il Comitato Referendum Provinciale