Belluno, 24 settembre 2017 – Sono esposte fino a fine ottobre al bar L’insolita storia di via Zuppani a Belluno le fotografie di Georg Eichinger dal titolo “Le ombre non dimenticano”.
“Prima della fotografia era la Photographia – scrive l’autore Georg Eichinger – e il sole è rimasto di tutti noi fotografi il padre inevitabile. Persino si racconta, che anche l’arte sia nata dall’ombra, quando una fidanzata disegnava l’ombra dell’amato – prima che andasse alla guerra – con l’aiuto d’una candela sul muro. Con un pezzo di carbone – per questo la fotografia originale era sempre nera/bianca. Photographein, scrivere con la luce, ma dove rimane la scrittura? Ci vogliono secoli ma la fotografia scopre questo trucco, conserva la scrittura della luce. Intanto siamo arrivati alla fotografia digitale, ma il fascino della luce e di quello che scrive non del tutto è diminuito. Per un fotografo delle ombre bisogna essere non solo sensibili con gli occhi sempre aperti e una grande velocità: la luce disegnatrice è molto più mobile d’una donna (che è mobile in realtà solo da Verdi). Ma l’essere prontissimi a scattare non basta: la luce non è mica avara, anzi. Ci offre un’infinità delle immagini e ci lascia la scelta dolente. Tu scatti – ora!! – e un secondo dopo l’immagine è più affascinante; tu esiti – la luce è sparita e le nuvole sorridono su di te. Rimane il conforto della luce per noi fotografi le volte delusi: non mancano mai le bellezze visibili, i “motivi” toccanti. E – per aggiungere un’altra virtù della luce: produce una bellezza visibile, che in realtà non esiste – come facciamo noi “ombrescattatori” felici”.