Il Ministro dell’Ambiente chiama Confartigianato, non una sorpresa, ma un’attenzione forse insperata. “Le nostre critiche e osservazioni al decreto che ha introdotto il nuovo regolamento sulle terre e rocce da scavo, pubblicato a inizio agosto, sembrano aver sortito un qualche effetto”, così commenta Paolo Tramontin, presidente degli Edili di Confartigianato Belluno alla chiamata pervenuta dal ministero dell’Ambiente.
La prima ad alzare gli scudi era stata, infatti, Confartigianato Belluno per bocca di Paolo Tramontin, che immediatamente aveva espresso la propria contrarierà al decreto, evidenziandone tutte le criticità, non ultima la necessità di attesa di quindici giorni dalla comunicazione dello scavo o gli oneri degli accertamenti addebitati all’impresa esecutrice dei lavori.
Pochi giorni dopo, l’azione era stata rafforzata dall’intervento del presidente regionale della categoria, Paolo Bassani, che condivideva la protesta di Tramontin. Al coro della protesta, a seguire, si sono aggiunte altre associazioni di Confartigianato sia del Veneto sia di altre Regioni.
“Evidentemente – afferma Maurizio Reolon, responsabile dell’ufficio Ambiente di Confartigianato Belluno – al Ministro Galletti, che aveva elogiato il decreto sulle terre e rocce come un atto di semplificazione, è giunta voce che le imprese di Confartigianato invece lo giudicavano peggiorativo, complicato e in alcuni punti incomprensibile”.
La mossa sperata ma altrettanto inattesa è giunta in questi giorni: il Ministero dell’Ambiente ha chiamato i vertici di Confartigianato, offrendo la propria collaborazione per una semplificazione, su proposte avanzate dalla categoria interessata.
Confartigianato ha quindi coinvolto i funzionari degli uffici ambiente delle Associazioni territoriale che più si sono spese su questa materia, Confartigianato Belluno in primis, per stilare una serie di proposte migliorative da presentare al Ministro dell’Ambiente. Ne è uscito un documento con il fattivo contributo di Confartigianato imprese Belluno, che ha indicato come indispensabili le seguenti modifiche:
l’individuazione di procedure snelle per i micro-cantieri (fino a 200/300 metri cubi di scavo), che comprendano la possibilità di iniziare le operazioni di scavo senza attendere 15 giorni;
l’unificazione della documentazione: un unico documento per la comunicazione di avvio dei lavori, di trasporto e di riutilizzo;
la comunicazione di riutilizzo da sottoscriversi a cura del committente o del progettista così che gli eventuali costi per controlli siano a questi imputati, come del resto previsto nella bozza iniziale del decreto;
la semplificazione delle procedure per il riutilizzo del materiale in sito di scavo con una semplice comunicazione al Comune.
“Terremo sotto controllo le trattative con il Ministero – garantisce il presidente degli Edili, Paolo Tramontin – mentre confidiamo di raggiungere i nostri obiettivi di semplificazione, sperando che non vengano tradite le nostre aspettative.
Siamo anche coscienti e orgogliosi che la nostra iniziativa potrà essere di aiuto a tutte le imprese del settore, che non ha ancora superato il momento di grave crisi: dal 2008 ad oggi solo in Veneto, 12 mila imprese del settore edile hanno chiuso e 70mila dipendenti hanno perso il loro lavoro”.