E’ stato pubblicato il nuovo rapporto di Openpolis sullo stato della produttività parlamentare della XVII legislatura da marzo 2013 a novembre 2016. Attraverso elementi quantitativi e qualitativi è stata valutata l’azione di deputati e senatori per rilevarne l’efficacia. Ecco chi riesce a influire sui lavori dell’aula, e soprattutto perché.
Nella classifica dei più produttivi troviamo ai primi tre posti della Camera dei deputati Donatella Ferranti (Pd Circoscrizione Lazio 2), seguita da Massimiliano Fedriga (Lega, Circoscrizione Friuli Venezia Giulia) e Gianluca Pini (Lega, Circoscrizione Emilia Romagna). Primo dei parlamentari bellunesi è Gianclaudio Bressa (Pd Trentino – Alto Adige) che si colloca in 148ma posizione, seguito da Federico D’Incà (Movimento 5 Stelle Veneto 2) in 335ma posizione, e Roger De Menech (Pd Veneto 2) in 411ma posizione.
Per quanto riguarda il Senato i più produttivi sono Giorgio Pagliari (Pd Emilia Romagna), seguito da Loredana De Patris (Gruppo misto Lazio), Federica Chiavaroli (AP-NCD-CPI Abruzzo) e Felice Casson (Pd Veneto).
Tra i bellunesi, buona la performance della senatrice feltrina Raffaela Bellot (Gruppo misto Veneto) che si colloca in 77ma posizione seguita da Giovanni Piccoli (FI-PdL) alla 185ma posizione. Ultimo in classifica 320ma posizione Niccolò Ghidini (FI-PdL), il famoso avvocato che difese Berlusconi .
La metodologia seguita da Openpolis nella stesura della classifica di produttività è stata quella di analizzare il lavoro di deputati e senatori in base a criteri di efficacia che aiutino a distinguere la gran massa di attività che non produce effetti da quella, poca, che invece da risultati. Senza mai entrare nel merito di quanto un atto disponga, se sia buono o cattivo, ma limitatamente all’attribuzione del punteggio ad ogni passaggio di iter.
E dunque, più un provvedimento si approssima al suo completamento (per es. un ddl che diventa legge) più sarà alto il punteggio assegnato a chi presenta l’atto – primo firmatario – o ne è il relatore.
Altri punti vengono attribuiti con il consenso ottenuto su un provvedimento, attraverso le firme degli altri parlamentari, e, infine, grazie ad una più assidua partecipazione del parlamentare ai lavori.