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Il treno non risolve la mobilità alpina. Vivaio: “Le passività del Merano-Malles le ripiana la provincia”

vivaio dolomitiCome gruppo di Vivaio Dolomiti da tempo ci siamo messi a disposizione e siamo pronti per un confronto sulla mobilità nel Bellunese. Visto che nessuno sembra avere voglia di sedersi a un tavolo con noi, con l’obiettivo di capire quali sono le soluzioni per lo sviluppo del territorio proposte da altri soggetti, ieri abbiamo partecipato al convegno organizzato dalle associazioni ambientaliste. Una delusione totale.

Dalle esposizioni fatte, si può riassumere che:

1. gli ambientalisti austriaci non vogliono che la nostra regione e provincia abbia uno sbocco diretto in Austria con il treno;

2. nessun treno si sostiene economicamente (il Merano-Malles è in perdita, tanto che i conti sono ripianati dalla provincia di Bolzano);

3. bisogna pensare con calma alle soluzioni, talmente con calma che probabilmente dei presenti in sala ieri nessuno le vedrà.

Come sempre non si è visto un dato serio: capacità trasportistica del futuro treno, rapporto costi-benefici, tracciato. Qua si deve ancora decidere dove passare, mentre il Bolzano-Cortina è già pronto. Per non dire della Convenzione delle Alpi: come sempre è stata letta solo la parte che fa comodo per portare avanti la propria tesi (dell’articolo 11 è stato citato solo il comma 1 e non il comma 3, che dice ben altre cose sulle infrastrutture).
Si è appreso infine che il treno di Malles non ha diminuito il traffico su gomma.

Insomma, come diciamo da sempre treno e strade sono due cose diverse. Infatti fino a ieri non eravamo affatto contrari al trenino delle Dolomiti. Ma dopo il convegno, che sembrava più una presentazione della bravura di conquista bolzanina che una vera riflessione sulla mobilità alpina, crediamo che sia meglio smettere di pensare al treno e guardare alla realtà delle cose. Ci sono troppi fattori che giocano contro lo sviluppo di questo tipo di treno: costi di mantenimento, impossibilità di reperire i fonti per la realizzazione, la sua inutilità ai fini della risoluzione dei problemi di mobilità nel Bellunese, impatto ambientale devastante (perché la ferrovia non si costruisce mica coi Lego) a fronte di una ricaduta socio economica praticamente nulla.
Mentre continuiamo ad aspettare la manna dal cielo, il bosco e lo spopolamento avanzano e la provincia bellunese agonizzante finirà per morire del tutto.

Piccolo inciso: si è detto in sala che sono gli altri a decidere per noi. Precisiamo che il progetto della A27 è stato ripreso da un gruppo di soli bellunesi, e portato avanti dall’onorevole Sernagiotto per l’incapacità dei nostri politici che sono i primi ad essere stati contattati da noi.

Associazione Vivaio Dolomiti

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