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Un banco di prova. La legislazione sul Vajont dalle carte di Giovanni Pieraccini. Martedì in Sala Bianchi la presentazione del libro

Martedì 15 novembre alle ore 17.30, presso la sala “Bianchi” di Belluno si terrà la presentazione del libro “Un banco di prova. La legislazione sul Vajont dalle carte di Giovanni Pieraccini (1963-1964)” (Piero Lacaita Editore, 2016), di Gianni Silei, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Siena.

Sala Bianchi - Belluno
Sala Bianchi – Belluno

L’incontro, organizzato dall’Isbrec assieme alla Fondazione “Filippo Turati” di Firenze, promotrice della pubblicazione, all’Ass. Amici dell’Archivio storico di Belluno Feltre e Cadore e all’Archivio di Stato di Belluno, pone al centro il recente lavoro di Silei che ha affrontato un tema tanto importante per la comunità bellunese ma i cui risvolti hanno carattere nazionale. In particolare, oltre a ripercorrere le fasi drammatiche della tragedia, il volume si sofferma sulla genesi della prima e della seconda e definitiva legge per il Vajont, licenziata dal Parlamento italiano alla fine di maggio del 1964. La vicenda, che ricostruisce anche il dibattito politico consumatosi nella Camera dei Deputati e in Senato, è resa a partire dalle carte versate presso la Fondazione “Turati” dal socialista Giovanni Pieraccini, Ministro dei Lavori Pubblici nel primo governo di Centro-Sinistra presieduto da Aldo Moro e insediatosi alla fine del 1963, poche settimane dopo la catastrofe del Vajont.
E proprio il Vajont sarebbe diventato per quel governo il primo “banco di prova”, per utilizzare le parole di Terenzio Arduini, vice sindaco di Longarone al momento del disastro e di fatto a capo della comunità dopo il 9 ottobre in seguito alla prematura scomparse del sindaco in carica. Il libro così rispecchia non solo le questioni politiche generali, ma, con continui rimandi, restituisce il problema delle aspettative, delle preoccupazioni e delle rivendicazioni dei superstiti che in un serrato e a volte difficile dialogo con le istituzioni tentano di riallacciare i fili di un’esistenza fattasi precaria sotto tutti i punti di vista.
Nelle pagine del libro, si ripercorre inoltre l’iter che portò all’istituzione della Commissione parlamentare volta a chiarire fatti e misfatti del Vajont, in un momento in cui, nelle comunità colpite, accanto al problema della difficile ricostruzione, si profila il tema della giustizia e dell’individuazione di responsabilità penali e civili.
Nell’incontro di martedì 15 novembre, dopo i saluti delle autorità, discuteranno del libro, assieme all’autore, Maurizio Reberschak, già docente presso l’Università di Venezia e curatore dei volumi Il grande Vajont e Il Vajont dopo il Vajont (1963-2000) e Ferruccio Vendramini, curatore, tra l’altro, dei libri Disastro e ricostruzione nell’area del Vajont e Superstiti e testimoni raccontano il Vajont.
L’autore: Gianni Silei è professore associato di Storia Contemporanea presso l’Università di Siena. Coordina la le attività dell’Osservatorio Rischi ed Eventi Naturali e Tecnologici (Orent) costituito nell’ambito del Centro Interuniversitario per la Storia del Cambiamento sociale e dell’Innovazione (Ciscam) dell’Università di Siena. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Ambiente rischio sismico e prevenzione nella storia d’Italia e Le radici dell’incertezza. Storia della paura tr Otto e Novecento.
L’iniziativa, che vanta il patrocinio della Fondazione Vajont, del Comune di Longarone e del Comune di Belluno, si inserisce nel quadro delle iniziative programmate nella rassegna “Benvenuto San Martino”

Dal risvolto di copertina:

La sera del 9 ottobre 1963, alle 22.39, una frana dal fronte di circa 2 chilometri staccatasi dal monte Toc fece precipitare nelle acque della diga del Vajont, dove in quel momento erano invasati 116 milioni di metri cubi di acqua, 300 milioni di metri cubi di terra, rocce, ghiaia e altri materiali creando una gigantesca ondata che nei minuti successivi si abbatté sui centri abitati a valle provocando 1.917 vittime e seminando distruzione nei centri sottostanti.
Attingendo alla imponente letteratura e pubblicistica prodotta sul primo grande disastro dell’Italia repubblicana, ma anche e soprattutto agli atti parlamentari e all’inedito materiale documentario che Giovanni Pieraccini raccolse nella sua veste di ministro dei Lavori pubblici e che adesso sono conservati presso gli archivi della Fondazione di studi storici “Filippo Turati” di Firenze, il volume, corredato da un’ampia appendice documentaria, si concentra su un a fase meno studiata di questa vicenda, quella della genesi della legge n. 357 del 31 maggio 1964 che, nel complesso quadro fatto di qualche luce e di molte ombre rappresentato dalla lunga e travagliata del fase post-disastro, coincide con quello che è stato definito «il periodo delle decisioni (1963-1965)».
Figlio del clima politico e delle aspettative legate alla stagione del primo centro-sinistra, il dibattito attorno alla normativa sul Vajont fu particolarmente interessante non solo per le questioni direttamente connesse al disastro, alla gestione delle emergenze e del territorio ma anche per aver anticipato strumenti nuovi (ad esempio i piani comprensoriali) per la pianificazione del territorio ed accelerato il confronto tra le forze politiche attorno a questioni di primaria importanza, su tutte quello della definitiva e piena attuazione dell’autonomia regionale.

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