In montagna a volte ci sono delle belle giornate in cui l’aria è tersa e trasparente, i colori brillano a tal punto che devi guardarti intorno strizzando gli occhi. Bene è in una di queste giornate, proprio sabato scorso che mentre mi trovavo a camminare in mezzo ad un bosco su nella valle di M*, ho fatto un incontro insolito e originale.
Mi ero fermata a sistemarmi la giacca e lo zaino che mi tirava, quando ho alzato gli occhi e mi sono ritrovata dinanzi un signore anziano, un tipo alto e magro con la barba lunga e bianca, un signore sulla settantina o poco meno, che indossava pantaloni di velluto, camicia tipica da montagna a quadretti rossi e neri e teneva nella mano destra un grosso bastone cui si appoggiava per camminare. Si era evidentemente fermato da poco per chiedermi se avessi bisogno di qualcosa. Lo ringrazio e gli dico che per fortuna va tutto bene. Comincia allora a parlarmi della sua mattinata di cammino: io fingo di dargli ascolto ma mi rimetto in cammino velocemente e di buon passo lo supero e vado verso il paese che so essere dietro la curva. Non si sa mai chi si rischia di incontrare…
Lui non mi molla e a rischio di scivolare nel terriccio molle del lato del sentiero, mi si accosta e continua a parlarmi. Comincia con una serie di luoghi comuni sul governo, sui politici che stanno a Roma e poi giù giù sino all’amministrazione locale: frasi fatte intessute con qualche invettiva. Capisco che è uno solito a questi discorsi non solo da bar; ogni tanto ci mette una citazione dal Principe di Machiavelli, quando poi addirittura mi cita Hegel, lo guardo esterrefatta e gli chiedo come mai conosca questi autori complessi, che non sono pane per tutti i denti. Fa melina, ma poi sbotta nel dire che un tempo insegnava filosofia e poi appena ha potuto, ha scelto di andarsene in pensione e di ritirarsi in una piccola casetta qui al paese. Aggiunge poi, sempre coi toni accesi di chi è arrabbiato con tutti e con tutto, che da quando ha lasciato anche gli incarichi politici che aveva giù in città, si sente un’altra persona e che della politica proprio non ne può più. Insomma uno davvero incazzato col mondo.
Pare che mi possa fidare e di lui e decido di provocarlo sul nuovo referendum che faremo il 4 dicembre: gli chiedo cosa ne pensi. Non lo avessi mai fatto: mi comincia una prosopopea che si prospetta lunghissima, palesemente a favore del “no” e un’ arringa accusatoria contro il “sì”.
Dice che non cambierebbe nulla, che anzi è una proposta “eversiva” che in caso di vittoria del Sì, grazie all’abnorme premio di maggioranza concesso dall’Italicum alla Camera, tutti i poteri sarebbero concentrati decisamente nelle mani di una sola forza politica (anche con un consenso molto limitato) e del suo leader: questo modificherebbe – di fatto – la forma di governo, passando da una democrazia parlamentare a una “democrazia plebiscitaria” o “di investitura”. Il tipo – che per altro mi ha detto di chiamarsi E* ed essere di V* – procede sia nel suo discorso sia nel cammino senza fermarsi mai e poi aggiunge con l’enfasi che ormai lo caratterizza che il Senato con la proposta di legge non sarebbe affatto abolito, ma trasformato in un ramo del parlamento non eletto dai cittadini né realmente rappresentativo dei territori…una prospettiva da terzo mondo, la fine della democrazia, uno schiaffo ai padri costituenti.
Mentre parla, ascolto con attenzione, dice cose sensate: sono proprio d’accordo su tutto ed è proprio come la penso io. Glielo dico con la prudenza dovuta alla mancata confidenza e lui sorride e poi subito ricomincia una seconda arringa contro il sì e sulla necessità di andare a votare presto per le nuove politiche.
Nel frattempo siamo arrivati giù in paese e si sono fatte le dodici, come ci ricorda il tocco delle campane. Mi saluta con garbo, mi ringrazia per la conversazione (sic!) e mi raccomanda non solo di andare a votare, ma di votare no.
Credo che gli darò ascolto, su entrambi i suggerimenti. Stavolta la montagna non è stata indifferente a quello che capita tra gli uomini, come suona un mio articolo di qualche mese fa. La montagna pare abbia ascoltato le vicende degli uomini e perché no, stavolta persino abbia consigliato al meglio.
Bruna Mozzi