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giovedì, Giugno 1, 2023
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Sicurezza in Cadore

letteraSembra che anche la felice oasi cadorina, nella quale fino a pochi anni fa il numero di reati era sostanzialmente nullo o comunque trascurabile, non sia più così felice.
Negli ultimi mesi si è visto un costante aumento di furti in abitazioni culminanti nella recente doppia intrusione avvenuta nella notte del 9 novembre in due abitazioni di Sottocastello (Pieve di Cadore).
In entrambi i casi sembra trattarsi di azioni commesse da soggetti “esperti” che, senza svegliare i proprietari, si sono introdotti nelle case scassinando porte e finestre e sottraendo i beni di valore trovati “in vista”.
Pur trattandosi di reato contro il patrimonio è evidente come l’intrusione di estranei nella propria casa, luogo per antonomasia destinato a custodire i più intimi affetti, provochi una sensazione di notevole allarme sociale, nonostante l’esiguità dei beni sottratti, perché va a minare il senso più profondo di sicurezza dei cittadini.
Sono di pochi mesi fa le parole del Questore di Belluno dott. Morelli che riferiva come anche «Belluno non sia più un’isola felice, dimenticate le abitudini di un tempo…» facendo riferimento all’usanza di lasciare beni di valore in auto o porte di casa aperte.
Quello del Bellunese è, sfortunatamente, un trend che colpisce l’intera penisola, con un maggior incremento nelle zone del nord con una crescita media del 140%.
Se a ciò si aggiunge che la quasi totalità di questi reati rimane impunito (basti pensare che nel 2015 su oltre 250mila furti in abitazione solo 3600 hanno portato alla cattura del colpevole) è evidente come l’amministrazione Comunale e i cittadini debbano attivarsi per la difesa dei propri diritti.
Le possibilità sono molteplici: dall’installazione di telecamere che possano, oltre all’effetto deterrente sui criminali, anche aiutare le Forze dell’Ordine a risalire più facilmente ai colpevoli del reato, al miglioramento dell’illuminazione pubblica che rende più facilmente identificabili i soggetti in prossimità delle abitazioni, specie se isolate.
Come extrema ratio vi potrebbe essere anche la possibilità, come intrapresa nel comune di Belluno, della creazione di una rete di volontari con un referente di zona, il cui compito è annotare e trasmettere alle autorità competenti eventuali movimenti sospetti di persone e veicoli.
Le possibilità di azione, insomma, sono molteplici, ma è fondamentale attivarsi perché i tempi stanno cambiando e anche il Cadore non fa eccezione.

Massimiliano Stiz

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