Il Fondo Eronda sarà patrimonio culturale della città di Belluno. Lo ha deciso la giunta del Comune di Belluno accogliendo l’offerta di Marco De Donà, figlio del grafico-designer Mario De Donà in arte Eronda.
“L’archivio professionale di Eronda confluirà all’Archivio storico del Comune di Belluno, diretto da Orietta Ceiner. – dichiara Marco De Donà, presidente del Fondo – Si tratta di un ulteriore passo per la valorizzazione e lo studio di Eronda, graphic-designer del secondo ‘900”.
Eronda, infatti, ha rappresentato per Belluno degli anni ’60 e ’70 quello che per il Veneto è stato il Gruppo Enne di Padova con Massironi, Biasi, Chiggio, Landi e Costa, e il Gruppo T di Milano con De Vecchi, Avarisco, Colombo, Boriani e Anceschi.
“Umberto Eco la battezzò Arte Programmata – precisa Eric Balzaretti, curatore del Fondo – Eronda rinuncia alle lusinghe delle grandi città, Milano, Torino, e sceglie di rimanere a Belluno. Egli dunque rappresenta un altro polo, un artista poliedrico di valenza nazionale. Ora Eronda ha una casa, un punto di partenza per la sua valorizzazione lo studio del suo lavoro”.
Oggi la stampa locale in relazione al Premio San Martino assegnato a Clio Zammatteo, ha riportato una dichiarazione di Marco De Donà che accostava la matita di Eronda appoggiata vicino alla matita del trucco di Clio. “Si trattava semplicemente di una battuta in stile ironico come avrebbe potuto fare Eronda – dichiara lo stesso Marco De Donà, che precisa – spero di non essere stato frainteso. Per quel che mi riguarda, non volevo assolutamente instaurare nessuna polemica rispetto alle scelte odierne del Premio San Martino. Semmai permangono le mie riserve sull’episodio risalente agli anni ’80 quando mio padre fu escluso da quel premio”.