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Camera di commercio. Industria bellunese e trevigiana III° trimestre 2016. Manifatturiero in moderata crescita. Debole la domanda interna

 

Camera di Commercio di Belluno
Camera di Commercio di Belluno

Confermato il trend di crescita annuo per la produzione: +3,0% sia a Treviso che a Belluno. In rallentamento invece il tasso di crescita dei nuovi ordinativi dal mercato interno: nel trevigiano passa dal +4,2% di giugno al +1,2% di settembre

Il quadro generale

Anche nel terzo trimestre, al netto della fisiologica pausa estiva, il manifatturiero trevigiano e bellunese si mantiene all’interno di un moderato tasso di espansione, in linea con le tendenze osservate da inizio anno e senza importanti scostamenti rispetto al dato medio nazionale.
La produzione industriale, in entrambe le province, continua a crescere a ritmi del 3% su base annua. Il fatturato cresce del +4,4% nel bellunese e del +3,2% nel trevigiano, sostenuto in entrambe i casi dalle vendite all’estero.
Rallenta invece il tasso di crescita della raccolta ordini su base annua, soprattutto con riferimento a quelli generati dal mercato nazionale. In provincia di Treviso, dove il campione d’imprese è maggiormente esteso, la variazione tendenziale, per questo indicatore, passa dal +4,2% di giugno al +1,2% di settembre. Dato che pare coerente sia con la dinamica nazionale degli ordinativi interni, sia con il deterioramento del clima di fiducia nei consumi.

Mario Pozza presidente CCIIAA Treviso Belluno
Mario Pozza presidente CCIIAA Treviso Belluno

“L’economia sembra destinata a stabilizzarsi attorno a questi deboli ritmi di crescita – sottolinea il presidente della Camera di Commercio Mario Pozza. Non ci sono prospettive di accelerazione dell’attività economica negli ultimi mesi dell’anno: né a livello nazionale, né per le nostre province, anche se con le elezioni americane potrebbero aprirsi nuovi scenari di distensione, ad esempio, nei confronti della Russia, favorendo un abbattimento o allentamento delle sanzioni. E’ già tanto che alla conta, le previsioni di crescita prevalgano su quelle di flessione. Ma a ben guardare – evidenzia il Presidente – crescono soprattutto i giudizi di stazionarietà, anche sul fronte della domanda estera. Si esprimono in tal senso il 56% delle imprese bellunesi e il 54% di quelle trevigiane. Permane debole la domanda. E le imprese tentano di rispondere a questa situazione abbassando i prezzi di vendita. Ma ciò – spiega il presidente – ha riflessi negativi tanto sui margini propri, quanto su quelli dei fornitori. E non spinge a fare investimenti. Un circolo vizioso che ci indebolisce ulteriormente e da cui si può uscire solo attraverso una politica economica espansiva ma anche con provvedimenti che aiutino le imprese ad esportare, azione che come Camera di Commercio non potremo più fare in considerazione della riforma che il governo sta varando in questi giorni che toglie alle CCIAA oltre il 50% delle risorse ed elimina alcune competenze fondamentali quali il sostegno del credito, l’innovazione e la promozione del territorio”.

 

L’analisi di dettaglio degli indicatori per il manifatturiero bellunese

1) Produzione

L’indice di produzione del manifatturiero bellunese, pur evidenziando una decelerazione, ha continuato nel terzo trimestre 2016 a essere moderatamente espansivo. La produzione industriale ha registrato un calo dell’1% rispetto al trimestre precedente, ma un aumento del 2,9% su base annua (il primo e secondo trimestre avevano segnato un incremento tendenziale rispettivamente del 3,9% e del 5,2%). Nel contempo, il grado di utilizzo degli impianti in questa frazione d’anno è salito dal 76,4% al 79,5%.
Nel quadro previsionale si nota uno spostamento dei giudizi dal piano della stazionarietà alla crescita, con la percentuale di pessimisti che rimane invariata. Pertanto, benché prevalga la posizione di stallo (46,7%), il saldo positivo tra le imprese che prevedono un aumento e quelle che paventano una diminuzione della produzione si rafforza (+25,6 punti percentuali).

2) Fatturato e nuovi ordinativi

Buoni i riscontri anche a livello di fatturato, dove la variazione tendenziale, +4,4%, sintetizza un andamento favorevole per tutte le classi dimensionali. A sostenere l’indice è comunque e soprattutto il fatturato estero, in quanto il fronte domestico palesa ancora delle criticità.
Trend positivo anche per le acquisizioni di ordini: +2,5% la variazione tendenziale del mercato interno e +9% quella del mercato estero. Il calendario della programmazione aziendale si perfeziona su 51 giorni.
Nelle stime per i prossimi tre mesi gli imprenditori sembrano esprimersi per un miglioramento delle condizioni del mercato interno e ciò si riflette in una diminuzione della stazionarietà a favore della posizione di crescita che sopravanza il sentiment negativo portando il saldo a +21,2 p.p.
Non altrettanto rosee le aspettative sui mercati esteri: le aziende che prospettano un aumento (24,6%) prevalgono di poco su quelle orientate a un calo (18,9%), in un contesto in cui la maggioranza (56,5%) si dichiara per la stazionarietà.

L’analisi di dettaglio degli indicatori per il manifatturiero trevigiano
1) Produzione

In provincia di Treviso la produzione industriale, con una variazione del +3,0%, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, mantiene i ritmi di crescita tendenziali registrati a partire dal quarto trimestre del 2015. Il risultato, che interessa l’insieme delle imprese con 10 addetti e più, risulta superiore a quello medio regionale (+2,0%); si ferma invece al +1,3% il recupero della piccola impresa trevigiana (5-9 addetti).
Il grado di utilizzo degli impianti, che passa dal 74,8% al 73,5%, pur in lieve flessione dal confronto con il secondo trimestre, si mantiene in linea con i livelli di un anno fa (73,1%).
Le previsioni della produzione, per il IV trimestre 2016, evidenziano un quadro abbastanza simile a quello prospettato per il quarto trimestre 2015: il 31,4% degli intervistati prevede un aumento della produzione – sebbene con 2 p.p. in meno dell’anno precedente – contro un 20% di pessimisti esattamente in linea con quanto rilevato un anno fa. Pur in presenza di un saldo positivo (+11 p.p.) non è da sottovalutare che quasi metà degli intervistati rimangano polarizzati sulla stazionarietà (48,3%).

2) Fatturato e nuovi ordinativi
Anche il fatturato, che cresce del +3,2% rispetto all’anno precedente, mantiene un tasso annuo stabile a partire dal quarto trimestre 2015. Sono le vendite all’estero a sostenere maggiormente l’indicatore portando il fatturato estero ad una crescita annua del +4,2%, in linea con le variazioni trimestrali tendenziali registrate negli ultimi quattro trimestri. Dalla disaggregazione per classi dimensionali sono le imprese con 10-49 addetti ad evidenziare i guadagni maggiori: rispettivamente +4,1% per il fatturato totale e +7,8% per la quota del fatturato venduto all’estero. Poco più che stazionari i valori registrati dalla piccola impresa (5-9 addetti): rispettivamente +1,5% e +0,5%.
In rallentamento invece il tasso di crescita della raccolta ordini su base annua soprattutto con riferimento a quelli generati dal mercato interno. In particolare mentre gli ordini dal mercato estero, con una crescita del +2,0%, perdono circa 1 punto percentuale rispetto alle variazioni trimestrali tendenziali degli ultimi quattro trimestri, gli ordini dal mercato interno, fermandosi al +1,2%, segnano una inversione di tendenza rispetto alla progressione registrata nell’ultimo anno e perdono 3 punti percentuali rispetto a giugno 2016. Gli ordini esteri sono sostenuti essenzialmente dalle imprese della classe 10-49 addetti (+5,0%) a fronte di una diminuzione del -3,1% per la piccola impresa (5-9 addetti).
Le previsioni per il fatturato totale, analogamente a quanto già detto per l’indicatore della produzione industriale, ricalcano sostanzialmente il quadro evidenziato un anno fa: è in lieve diminuzione la quota degli intervistati che opta per un aumento dell’indicatore (dal 37,2% al 34,8%), permane invariata la quota di coloro che prevede una diminuzione dello stesso (21,5%) a favore di un saldo che si mantiene positivo (13,3 p.p.).
Per la domanda interna ed estera, a fronte di saldi comunque positivi (rispettivamente +7,3 e +14,0 p.p.) – ma in flessione per gli ordini dal mercato interno (-2 p.p.) e in aumento (+2 p.p.) per quelli dal mercato estero – è significativo che, per entrambi gli indicatori, la maggioranza delle risposte siano a favore della stazionarietà (54%).

Nota metodologica
L’indagine Veneto Congiuntura è realizzata da Unioncamere del Veneto: per la provincia di Treviso si basa su 337 imprese intervistate, per un totale di 15.000 addetti; per la provincia di Belluno si basa su 108 imprese intervistate, per un totale di quasi 11.700 addetti.

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