Sulle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) nelle falde acquifere ci stanno fregando di nuovo. Alle spalle e a porte chiuse, come sempre. Ieri è avvenuta una riunione a Palazzo Balbi, con rappresentanti del governo centrale e l’assessore veneto all’ambiente Coletto, in cui si è deciso di ridiscutere i limiti di Pfas nelle acque, ovviamente alzandoli, dopo le lamentele delle aziende che li producono e che non vogliono adeguarsi.
Lo fanno sapere attraverso una nota Jacopo Berti, capogruppo M5S in consiglio regionale Veneto, Manuel Brusco, consigliere regionale M5S, e Sonia Perenzoni, consigliera comunale M5S Montecchio Maggiore
Per salvare poche aziende, Regione e Governo stanno mettendo a rischio la salute di milioni di cittadini.
Fra i presenti al tavolo nessun rappresentante dei cittadini. Questo è assurdo. C’erano le aziende, alcuni sindaci, le istituzioni regionali e nazionali, gli amministratori delle società di gestione idrica ma nessun medico e nessuna associazione a rappresentanza dei cittadini. Le vere vittime di questa storia.
Le loro scuse sul fatto che non versino Pfas in falda ma nelle acque superficiali è una presa in giro, perché quell’acqua la si usa per i campi dove cresce la frutta che mangiamo e dove vengono allevati gli animali la cui carne e uova finiscono sulle nostre tavole.
La politica dovrebbe tutelarci e il ministero dovrebbe applicare il principio del “chi inquina paga”, invece abbiamo sindaci che firmano per alzare i limiti e un ministro che indice nuovi tavoli per risolvere il problema. Quello delle aziende ovviamente, non quello della nostra salute.
Per noi del Movimento 5 Stelle – conclude la note – che ci siamo battuti fin dal primo momento contro i Pfas e i loro produttori, al fianco dei cittadini, l’ipotesi di un innalzamento delle soglie è inaccettabile. Daremo battaglia in tutte le istituzioni e continueremo la nostra campagna informativa, facendo nomi e cognomi dei responsabili e delle aziende che ci stanno avvelenando.