“La querela per diffamazione è sopravvissuta a tutte le riforme sulla Giustizia. Serve al potere. E’ un’arma da ricchi, usata per intimidire. Per tappare la bocca. Per togliere i mezzi economici all’avversario”.
Lo sostiene il Movimento 5 Stelle di Belluno in relazione alla questione sollevata in questi giorni intorno a Longarone fiere.
“Quel poco che abbiamo potuto leggere dei verbali delle assemblee del consiglio di amministrazione dell’Ente fiera – prosegue la nota – ci fa pensare che quanto sopra si stia applicando nei confronti del consigliere Romanin a Longarone.
Siamo stupiti del fatto che dei vari soci dell’Ente, Provincia in testa, uno solo si sia interessato ed abbia chiesto l’accesso agli atti. Come mai gli altri soci non hanno interesse ad approfondire cosa stia accadendo all’interno di una loro società?
Se davvero sono accadute irregolarità, i “non lo sapevo”, almeno ora, non distanzierebbero dalla connivenza. Riteniamo sia doveroso, almeno da parte dei soci pubblici (che ricordiamo rappresentare i cittadini) intanto approfondire la questione ed in caso di manifesta evidenza dei fatti contestati pretendere, quantomeno, l’immediato azzeramento dell’organo amministrativo. Non avvenendo questo in tempi brevi – conclude la nota del Movimento 5 Stelle di Belluno – non potremo sentirci in colpa nel pensare che anche nel nostro piccolo questo sia il funzionamento di quel sistema che sta devastando l’Italia”.