Giro di vite all’evasione fiscale: le prove raccolte in modo illegale sono accettabili. Lo ha deciso la Corte europea dei diritti umani stabilendo che i dati sottratti illegalmente alle banche possono essere usati per perseguire evasori fiscali. L’organo giurisdizionale internazionale era stato chiamato a intervenire da una coppia di contribuenti tedeschi che si erano visti perquisire il domicilio in base a informazioni rubate a un istituto del Liechtenstein.
I due sostenevano che la perquisizione violava il loro diritto al rispetto della vita privata e che si basava su indizi ottenuti in violazione del diritto nazionale e internazionale. La Corte europea, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha seguito il parere di un tribunale tedesco, secondo il quale non ci sono regole che vietano di usare elementi di prova ottenuti illegalmente per azioni legali.