Può capitare, ed è capitato in queste settimane, che vengano
effettuati lavori di scavo in terreni agricoli, ad alto
potenziale archeologico, come quello di “Cioppa”. Questa volta
si è trattato di un intervento di sistemazione e per il decoro
di un’area panoramica e ben soleggiata affacciata sul fiume
Piave e ben nota agli studiosi dell’antichità e gente del
luogo per l’esistenza dell’abitato protostorico (VI- V sec. a.
C.). Rintracciato in diverse circostanze dal 1995 sino al
2004, data dell’ultimo ritrovamento di una unità abitativa
dell’età del ferro. Notizie in merito si possono trovare nel
volume del 2008, “I Veneti antichi. Novità e aggiornamenti”.
Ed ecco anche stavolta puntualmente emergere, in due
escavazioni lungo il declivio e ai piedi dello stesso, al di
sotto della strada che conduce alla frazione di Follo, dove ha
operato la ruspa, sequenze di pietre e lastre, senza malta, di
arenaria e calcare tipiche della zona. L’una lunga oltre
cinque metri e l’altra due, sicuramente poste in opera ed
allineate da mano umana. Per ora, data la limitatezza dell’
intervento di indagine, non è possibile ipotizzare nulla di
più a parte fare dei paragoni con quanto già analizzato altre
volte a breve distanza da questa nuova scoperta. In ogni modo
si tratterà di verificare quanto sarà possibile mettere in
campo, nelle prossime settimane, sotto forma di interventi
scientifici per svelare cosa possa significare quella
successione di pietre. A tale proposito la competenza passa
all’istituto di tutela, la Soprintendenza che, ogg 9
settembre, ha inviato sul posto un suo funzionario, la
dottoressa Carla Pirazzini, per le verifiche del caso e dare
corso alle decisioni da adottare. Tuttavia, valutata la
situazione del capoluogo zumellese che annovera un invidiabile
ambiente, presidi Slow-Food, beni culturali di eccellenza come
Castello di Zumelle, il centro storico di Mel, le sue
chiesette, la necropoli paleoveneta, il museo civico
archeologico, questo ritrovamento archeologico potrebbe
costituire l’occasione per aggiungere, a tutta quella serie di
patrimoni culturali, anche un tangibile e visibile tratto di
possibile abitato preromano. L’occasione per farlo c’è,
speriamo possa divenire una realtà che si potrebbe collegare
con un itinerario che può prendere avvio dalla necropoli di
Via Tempietto (VIII- V sec. a.C.), raggiungere il museo civico
archeologico al Palazzo delle Contesse per concludersi in
località Cioppa sede dell’abitato protostorico.
EUGENIO PADOVAN