“L’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro? Un po’ di poltrone, Presidente, Direttore, Consiglio d’amministrazione. Poi il nulla, non funziona, attende da più di un anno di cominciare. Intanto i numeri dell’Istat bocciano senza appello le politiche governative per il settore. Regione e Centri provinciali funzionano, ma quando il meccanismo arriva al livello nazionale è sempre la solita storia: tante slides, poca o nulla sostanza”.
Con queste parole l’Assessore al Lavoro Elena Donazzan denuncia il mancato avvio, a più di un anno dall’istituzione, dell’Anpal, “Agenzia Nazionale per le Politiche attive del Lavoro”, prendendo spunto da una persona disoccupata nel Veneto che ha raccontato la sua storia ai mass media, sostenendo che “la sensazione è che Regione e Cpl stiano facendo bene la loro parte in un mondo del lavoro che dell’Anpal, facendo di necessità virtù, fa a meno”.
“Tutto ciò è già grave così – dice Donazzan – ma il guaio è che è improduttivo lo stesso concetto fondatore di Anpal: l’esperienza ha oramai dimostrato che le politiche del lavoro funzionano solo se strettamente collegate al territorio, anche sotto il profilo della funzionalità”.
“Anche questo carrozzone – conclude l’assessore del Veneto – altro non è che la filosofia pervicacemente centralista che ispira tutta l’attività del Governo. Una centralizzazione che, rispetto alla politiche del lavoro, è probabilmente la peggiore per i risultati catastrofici che sta portando, tra tutte quelle sinora attuate o programmate da Roma”.