“Non vi sono scorciatoie per le Dolomiti: si vince o si perde insieme. Sempre di più è necessario trovare un ruolo istituzionale autonomo che raccolga le peculiarità di un’area che non ha rivali al mondo e che ha la capacità di attrarre milioni di turisti ogni anno.” Il Lo afferma il deputato del Movimento 5 Stelle Federico D’Incà.
“Voglio intervenire – prosegue il deputato bellunese – sui nuovi sviluppi individuati dal soggetto gestore SAD in merito al possibile tracciato delle sbocco a Nord della linea ferroviaria Venezia – Calalzo. Credo che ogni idea debba essere presa in considerazione e valutata attentamente e “resto allibito di come manchi una governance delle Dolomiti che, come noto, è una regione trasversale nei confini amministrativi di ben tre Regioni”.
Secondo D’Incà “Ogni cittadino di buon senso sente sempre di più la necessità di trovare accordi tra i diversi soggetti istituzionali interessati con un “Tavolo delle Dolomiti” o almeno la segreteria di una possibile nascente “Autority delle Dolomiti”.
In realtà nulla di questo è presente e nemmeno la Fondazione Dolomiti Unesco riesce ad avere quel ruolo di attore principale a cui fare riferimento nella visione complessiva del territorio. Conosciamo perfettamente le componenti naturali e sociali delle Dolomiti e come in qualsiasi ambito la politica dovrebbe delineare la cornice di riferimento e le strategie dove un’ “Autority delle Dolomiti” dovrebbe attuare e redigere la progettazione del futuro in accordo con la cittadinanza.”
L’ex presidente del gruppo parlamentare alla Camera del M5S ha le idee chiare a riguardo: “La nuova proposta di tracciato verso la Badia è positiva solo se si ha il coraggio di puntare verso Livinallongo e solo in questo modo tutti gli ambiti Ladini potranno essere finalmente uniti da un’opera condivisa”. E prosegue: “Oltre a questo, il Presidente Kompatscher deve credere nelle Dolomiti come un’area in cui la crescita economia arriva soltanto nel rispetto della bellezza delle nostre valli.”
D’Incà conclude: “In aggiunta, sempre al Presidente dell’Alto Adige, raccomando di immaginare le Dolomiti come corpo unico e non scegliere la via politica più facile nel costruire una nuova linea ferroviaria capace solo di portare vantaggi alla sua provincia autonoma. La forza e la coesione, in questo momento, nella progettualità del tracciato dell’Anello delle Dolomiti, è necessario ad ogni livello politico ed istituzionale. La mancanza del raccordo provoca il deragliamento del nostro treno ancora prima che questo parta.”