Una democrazia possibile (Carocci editore, 2016): un volume di circa 400 pagine quello che Marco Almagisti presenta domani venerdì 17 giugno alle 20.30 a Santa Giustina (BL) presso il Centro Papa Luciani. A dialogare con Almagisti, Michelangelo De Donà, Università degli Studi di Pavia. Almagisti è docente di Scienza all’Università di Padova e coordina, con Carlo Baccetti, lo standing group “Politica e storia” della Società italiana di Scienza politica (SISP). È responsabile con Giovanni Viafora del progetto Il voto sotto esame del “Corriere del Veneto” in collaborazione con il Centro “Giorgio Lago” dell’Università di Padova.
«… seppur entro vicende costellate da luci e ombre, noi italiani stiamo vivendo da settant’anni in un regime democratico…
Le analisi relative allo stato di salute della democrazia italiana hanno evidenziato quali tratti caratteristici la scarsa fiducia dei cittadini nelle istituzioni e l’inefficiente rendimento di queste ultime. Tuttavia, è mia opinione che la crisi e il crollo di un intero sistema partitico all’inizio degli anni Novanta, la “lunga transizione” che ne e derivata e le incertezze che tuttora persistono riguardo ai suoi possibili approdi, non possano cancellare che la storia della democrazia nell’Italia repubblicana sia una storia di successo…»: così le parole dell’autore nell’Introduzione (p. 11).
Il libro raccoglie una profonda e articolata analisi delle caratteristiche della democrazia italiana e delle origini della sua particolare fisionomia: Almagisti mette a fuoco le cause per cui l’Italia è l’unica democrazia consolidata ad aver visto crollare l’intero sistema politico negli anni Novanta. Con un’analisi lucida e super partes, secondo il migliore metodo di osservazione politologica, nel difficile equilibrio tra studi di politica e ricerca storiografica, Almagisti arriva a rintracciare le strade percorribili per superare una crisi politica ormai ventennale. Il libro – che sintetizza già nel sottotitolo la stretta relazione tra politica e territorio –fa comprendere le dinamiche profonde del caso italiano con un approccio di politologia storica che collega la nascita e l’evoluzione delle istituzioni democratiche alle matrici culturali presenti nei contesti locali. Accanto ai grandi accadimenti storici, nelle pagine del volume, si riscoprono i sentieri in cui si formano e cambiano le culture politiche diffuse, ossia quell’insieme di norme sociali condivise, linguaggi, riti, pratiche sociali, visioni del mondo che hanno contribuito a definire nel tempo l’identità di milioni di italiani. Ricostruendo le vicende dei partiti nell’Italia contemporanea e di due società locali emblematiche quali il Veneto “bianco” e la Toscana “rossa”, il testo evidenzia come la politica italiana di oggi affondi le sue radici nei conflitti irrisolti della storia del paese.
Si prospetta un incontro interessante, quello di domani sera, visto che l’autore del volume ha tra suoi principali interessi di ricerca la teoria empirica della democrazia, l’analisi del capitale sociale e della cultura politica, il ruolo dei partiti e dei gruppi di pressione e lo studio del sistema politico italiano in ottica diacronica e il moderatore è esperto di storia religiosa, storia locale e delle istituzioni. Un dialogo che – ne siamo certi – andrà ben aldilà delle classiche presentazioni di volumi accademici, suscitando l’interesse anche di un pubblico più ampio, attento a capire il presente, ripercorrendo anche il passato.
Bruna Mozzi