Che vinca il sì, o che vinca il no, purché sia una decisione democratica. Ciò che sta avvenendo in Parlamento in questi giorni è inaudito. Mai e poi mai le segreterie dei partiti si sentano autorizzate a dare indirizzi su fatti etici estremamente delicati o persino morali, come le unioni civili. Solo il popolo dovrebbe potersi esprimersi. Neppure i deputati ed i senatori si atteggino a rappresentanti dei cittadini in certi frangenti. Le unioni civili, prima di essere un fatto politico, attengono ad una questione riguardante la cultura di una società. Le decisioni sulle unioni cosiddette civili, pertanto, debbono sortire da un referendum popolare e non da un voto barattato nei corridoi romani, tra interessi di partiti, di lobbisti e di mafiosi. Volendo legalizzare un tipo di società diverso dall’esistente, sia la società medesima a stabilirne i confini.
Paolo Bampo – Limana (BL)