L’assessore regionale De Berti sarà a Belluno sabato. Per promuovere il nuovo orario dei treni? “Non mi pare proprio – afferma Quinto Piol, segretario dell’Unione Comunale del Pd di Belluno – . Cambio a Montebelluna, aumento dei tempi di percorrenza, 6 treni soppressi in meno di un mese e ritardi che comunque rimangono pesanti, nessun dato sull’utilizzo, non mi pare proprio un successo del nuovo orario per Padova!
Ci mancherebbe che con l’aumento dei tempi di percorrenza e con la rottura di carico (con conseguenti disagi ed incertezze dei cambi) i ritardi non calassero, in particolare nelle singole tratte molto più corte. E’ fisiologico. Anzi, nel trasporto pubblico, il “trucco” per far arrivare i mezzi formalmente “in orario” è proprio quello di aumentare i tempi di percorrenza previsti dall’orario. Mentre, in qualsiasi sistema di trasporto, i tempi di percorrenza più alti sono un indicatore fortemente negativo sulla qualità ed efficienza del servizio.
Testimonianze di soddisfazione degli utenti per i percorsi brevi? Si vada, invece, a chiedere ai bellunesi che fanno medie e lunghe percorrenze, che devono subire due o tre cambi. Si chieda a quelli che da Belluno vanno in treno a Roma, Milano, Torino, Bari, il parere o da quale stazione partono. Quasi tutti, per prendere le Frecce vanno in macchina fino a Venezia o a Padova. Quanti turisti arrivano nella nostra provincia in treno? (in particolare dalle stesse località sopracitate) Ed a quei pochissimi si vada a chiedere il giudizio sul servizio.
Oramai la nostra ferrovia è declassata a servizio locale provinciale, al massimo interprovinciale.
Non siamo più direttamente collegati con gli hub regionali Venezia/Mestre e Padova da dove partono/passano i treni a lunga percorrenza ad alta velocità. Siamo staccati dal resto del Paese, dal resto del mondo.
Trenitalia e Regione – prosegue l’ex assessore provinciale alla Viabilità – ripetono che sono eliminati tutti i diretti per Padova perché non hanno più motrici diesel in grado di fare lunghe percorrenze e in grado di trainare un numero di vagoni capaci di raccogliere tutti i passeggeri da Belluno (tantomeno da Calalzo) a Padova. Saranno aquistate per il 2020. Sarebbero a disposizione 50 milioni di euro per questo (cit ass. De Berti). E intanto? E dopo?
Ripeto, si inverta la tendenza e si cambi strategia:
1. Subito almeno due coppie di corse dirette e “veloci” per/da Padova – le prime e le ultime della giornata- e poiché il Pendolino non ha la capienza per raccogliere tutti i passeggeri non si fermi nelle stazioni comprese tra Montebelluna e Padova, in tal modo si abbatterebbero anche, e di molto, i tempi di percorrenza.
2. Utilizziamo i 50 milioni di cui sopra per la elettrificazione completa delle due linee (per Padova e per Conegliano/VE) fino a Belluno. Chiudiamo il “triangolo”. Per il 2020 sarebbe completata e assicurerebbe il collegamento della ferrovia bellunese con quella veneta e nazionale.
Serve qualche milione in più? Sfruttiamo il momento favorevole. Sia Regione che Stato si sono dichiarati favorevoli al potenziamento della ferrovia per il Bellunese (mai era contemporaneamente successo), lo dimostrino subito con i fatti.
In ogni – conclude Piol – caso la elettrificazione è necessaria per la futura Venezia – Dolomiti (Cortina Dobbiaco)/Ferrovia delle Dolomiti/Anello delle Dolomiti, di futura progettazione (costo complessivo stimato in circa 1 miliardo.