In merito al problema dello smog in Veneto il M5S diffonde una nota con dati, iniziative e proposte per contrastare il fenomeno.
Manuel Brusco, membro della commissione ambiente per il M5S spiega: “Secondo uno studio forse dimenticato del Minitero della Salute, in Italia 25 mila persone l’anno si salverebbero se venissero rispettati i limiti di pm10”.
L’Oms dice che che il rispetto dei limiti avrebbe ricadute positive sull’economia con 60 miliardi in più.
L’inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi. 14 per chi vive al Nord.
Il 2015 si chiuderà secondo l’ISTAT con 68.000 morti in più rispetto al 2014: 666mila contro 598mila, l’11% in più.
Come ai tempi delle grandi guerre. Le città italiane non sono state bombardate dalle potenze straniere, ma vivono sotto l’assedio di nemici silenziosi.
“Lo smog sta rendendo le città italiane sempre più simili a Pechino. Per questo – conclude Brusco – il 30 dicembre parteciperemo alla seduta straordinaria per discutere il problema e proporre soluzioni concrete.”
“Chiediamo soluzioni concrete perché – spiega il capogruppo Jacopo Berti – il fallimento delle politiche antismog in Veneto è il fallimento della politica, locale e nazionale. Manca da sempre un piano strategico di mobilità, si insiste solo sulla costruzione di autostrade inutili. Occorre che il trasporto pubblico diventi la scelta più conveniente e rapida per i cittadini e non sia una punizione quando l’aria si fa pesante. Serve anche intervenire massicciamente sulla mobilità elettrica e sull’efficientamento energetico degli edifici, anche sostituendo le vecchie caldaie. Ben vengano quindi i contributi per incentivare la rottamazione delle stufe tradizionali con impianti ad alta efficienza energetica, il divieto d’uso in aree a rischio di inquinamento atmosferico degli apparecchi peggiori e insostenibili dal punto di vista ambientale per il riscaldamento degli edifici”.
“Quello che però ci fa più rabbia è l’ipocrisia di chi ci governa – continua Berti – schiavi delle lobby energetiche, con interessi nei combustibili fossili, subito pronti a chiedere sforzi ai cittadini quando sulle centrali a carbone l’Italia è nella top 30 delle più inquinanti (WWf)”.
“Una di queste centrali è quella di Fusina – spiega la consigliera regionale di Venezia Erika Baldin – I nostri colleghi a Venezia hanno presentato al sindaco Brugnaro delle proposte di intervento emergenziale, alle quali vogliamo dar eco. Chiediamo ai soggetti responsabili della maggior parte delle emissioni, Enel centrale e carbone “Palladio” e in seconda istanza nei confronti dei gestori degli impianti più impattanti del petrolchimico, e degli altri impianti in relazione a ciascun contesto territoriale, di fermare momentaneamente gli impianti fino a quando l’emergenza non sarà cessata”.
“Confidiamo che una volta superata questa emergenza non se ne debba aspettare un’altra per poter parlare del tema. – concludono i 5 Stelle – Questo triste episodio deve responsabilizzare tutte le forze politiche – oltre che i cittadini – ad attuare comportamenti virtuosi a lungo termine per risolvere definitivamente e non solo a tamponare il problema”.