Il governo ‘stacca’ un assegno da 11,2 milioni di euro per mantenere in attività in Veneto, sino a fine 2016, la rete dei servizi per l’impiego.
Questo il significato della convenzione siglata oggi a palazzo Balbi tra il ministro del lavoro Giuliano Poletti e il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, affiancato dell’assessore al lavoro Elena Donazzan. Con la firma della convenzione, Governo e Regione Veneto danno così continuità alle rete di servizi per lavoratori, disoccupati e inoccupati che vede operare nel territorio 39 centri per l’impiego pubblici e oltre 130 servizi privati accreditati. Una rete di sportelli che garantisce i servizi di politica attiva del lavoro e di ricerca occupazionale ai 145 mila disoccupati veneti in cerca di lavoro e che sta offrendo il primo aggancio agli oltre 50 mila under 29 che hanno aderito al programma Garanzia Giovani.
La convenzione, valida per il biennio 2015-16, dà attuazione all’accordo quadro tra Governo e Regioni in materia di politiche attive del lavoro, regolando rapporti e rispettivi obblighi in materia di servizi per l’impiego, in attesa che la futura riforma costituzionale stabilisca le competenze in materia di politiche attive per il lavoro.
Per il biennio in corso la Regione Veneto ha già impegnato 5,5 milioni di euro (stanziati con la legge 19 del 29 ottobre scorso) ai quali ora lo Stato aggiunge ulteriori 11,2 milioni di euro: sono così garantite le risorse necessarie per pagare i 459 dipendenti degli attuali 39 centri pubblici per l’impiego, la cui gestione resta affidata alle Province e alla città metropolitana di Venezia. Compito della Regione è il coordinamento della rete e l’integrazione tra centri pubblici e servizi privati. Nel 2014 la spesa per il personale dipendente a tempo indeterminato e determinato dei centri per l’impiego pubblici è stata di circa 16,3 milioni e i costi di funzionamento (acquisto di beni e servizi) si attestano sui 1,8 milioni.
Tra le sette province venete il contributo regionale maggiore si concentra a Verona (1.102.396 euro con 92 dipendenti) seguita da Treviso (con 994.553 euro e 83 dipendenti); fanalino di coda Belluno con 371.459 euro e 31 dipendenti, preceduta da Rovigo, con 599.128 euro e 50 dipendenti.