Con 26 sì, 7 voti contrari e 4 astenuti, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il Progetto di Legge n. 54 “Appostamenti precari ad uso venatorio”, presentato dal consigliere di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale-Movimento per la cultura rurale Sergio Berlato. Obiettivo del provvedimento quello di chiarire l’attuale situazione di incertezza relativa agli appostamenti ad uso venatorio venutasi a creare con l’emanazione di alcune normative regionali e da una sentenza della Corte Costituzionale.
Il Progetto di legge intende porre definitivamente rimedio alla situazione di incertezza venutasi a creare in Veneto a seguito dell’emanazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 139/2013, che ha considerato gli appostamenti ad uso venatorio come delle strutture fisse, assoggettandole quindi agli oneri di natura edilizia e di natura paesaggistica, come fossero dei manufatti fissi, che rimangono stabilmente sul territorio. “Nel corso della passata legislatura – ha ricordato l’esponente di FdI presentando il PdL – la Regione del Veneto aveva tentato di risolvere la questione approvando ben quattro leggi regionali e quattro delibere di Giunta, senza però riuscire nell’intento prefissato. Questo Progetto di legge intende oggi ristabilire il concetto di precarietà degli appostamenti ad uso venatorio, esonerando, quindi, i proprietari degli stessi appostamenti dalle fastidiose e costose incombenze legate ai permessi di natura edilizia e di natura paesaggistica, purché i proprietari o i fruitori rispettino determinati requisiti stabiliti dalla legge in ordine al periodo di permanenza degli appostamenti, alle loro dimensioni massime, ai materiali di costruzione ed alla loro adeguata mimetizzazione”.
Nel suo intervento il controrelatore, la consigliera della Lista Moretti, Cristina Guarda, ha posto l’accento su “alcuni aspetti che sembrano palesare elementi di criticità dal punto di vista di costituzionalità anche per quanto concerne il pari trattamento dei cittadini. Non possiamo ignorare – ha precisato – che il progetto di legge n. 54 nasce per rispondere all’esigenza espressa da una parte, meno dell’1% della popolazione veneta, che ci richiede un processo di semplificazione per strutture la cui qualità e la cui utilità potrebbero essere assimilabili a quelle di altri manufatti, che attualmente sono rigidamente normati secondo discipline in materia di edilizia, ambiente e sicurezza”. Guarda ha poi ravvisato un rischio di incostituzionalità espresso in alcuni punti di questo progetto di legge. “Parliamo in particolare – ha precisato – del comma 3, dove si introduce l’esenzione non solo dal titolo abilitativo edilizio, ma anche dall’autorizzazione paesaggistica”, in contrasto con quanto prevede art.117 al Titolo V, stabilendo che la Regione può al massimo ampliare e non ridurre lo standard di protezione assicurato dalla norma statale”.
Durante la discussione sull’articolato del PDL sono intervenuti in particolare Manuel Brusco e Simone Scarabel del M5S, Andrea Zanoni del PD e la stessa controrelatrice Cristina Guarda, che hanno presentato oltre un centinaio di emendamenti. In dichiarazione di voto sono intervenuti Gianpiero Possamai (LN) condividendo lo “snellimento delle procedure previste dal progetto di legge, snellimento che dovrebbe essere esteso a tutte quelle costruzioni di dimensioni ridotte, come capanni per attrezzi, animali, tettoie o quant’altro”; per Andrea Zanoni (PD), invece, “questa normativa incentiverà tutti i cacciatori a fare solo appostamenti precari, sottraendo all’erario regionale circa 150 mila euro”. Simone Scarabel (M5S) è intervenuto affermando che “questa non è una legge pro o contro la caccia, ma che riguarda gli appostamenti e i nostri emendamenti miravano solo a migliorarla ed evitare una probabilissima impugnazione da parte della Corte Costituzionale”.
Con l’approvazione da parte del Consiglio regionale del Veneto del Progetto di legge – avvenuta alle ore 20.18 – vengono abrogate le norme regionali precedenti e i proprietari degli appostamenti verranno esonerati da tutti gli adempimenti di natura edilizia e di natura paesaggistica richiesti, sostituiti da una semplice comunicazione al comune territorialmente competente.