L’Unione comunale del Pd di Belluno ha elaborato una proposta alternativa al piano di Regione e Trenitalia per la linea Belluno-Padova al fine di salvaguardare la mobilità nel territorio bellunese. Il documento, che riproduciamo integralmente di seguito, è stato consegnato dal segretario dell’Unione comunale del Pd di Belluno Quinto Piol al vicepresidente della Provincia Roberto Padrin per il seguito di competenza.
“Con questa proposta – sottolinea Quinto Piol – non ci sarebbe nessuna diminuzione del numero totale di treni per il territorio bellunese, ma solo una contrazione del numero dei diretti”.
TRENO BELLUNO-PADOVA SITUAZIONE ATTUALE:
– LINEA PADOVA/BELLUNO.
treni diretti: Belluno – Padova sono 13 e Padova – Belluno 13 ; TOTALE n.13 coppie di corse
Belluno – Padova con rottura a Montebelluna n.1
TOTALE andata e ritorno 27.
– DA CALALZO PER PADOVA-VIA CONEGLIANO+VIA BELLUNO (NESSUN DIRETTO – cambi da 1 a 3)
TOTALE N. 8
– DA PADOVA PER CALALZO–VIA CONEGLIANO+VIA BELLUNO (NESSUN DIRETTO-cambi da 1 a 3))
TOTALE N.9
DAL PROSSIMO ORARIO – secondo proposta Regione e Trenitalia
Trenitalia, dice, di non avere i treni per mantenere con efficienza i diretti da e per Padova con un alto numero di carrozze che le consenta di fare il pieno di passeggeri tra Cornuda e Padova ( e viceversa). Le motrici più efficenti che ha attualmente sulla linea per Belluno le impiegherebbe in pianura. Per Belluno solo treni più piccoli ( pochi vagoni), vecchi e/o nuovi. E, quindi, volendo continuare a fare il pieno, con tutti i diretti, tra Cornuda e Padova, necessariamente (secondo Trenitalia), si deve rompere con tutti i diretti a Montebelluna.
QUESTO E’ INACCETTABILE
Quindi, dopo aver verificato se quanto dice Trenitalia è vero in merito alla mancanza di treni “lunghi” ( capienti) per /da Belluno. Per evitare che sia solo il territorio bellunese a pagare la grave mancanza di programmazione decennale della Regione Veneto e in attesa dell’acquisto di nuovi treni annunciati dalla Regione per i quali ci vogliono circa 5 anni, PROVVISORIAMENTE si potrebbe accettare questa soluzione:
– N. 6 o 7 coppie di corse rimangono dirette con treni più corti (minuetto, altro…), funzionali a lavoratori e studenti nonché alle COINCIDENZE A PADOVA CON I TRENI DI LUNGA PERCORRENZA ( Roma, Milano, ecc.). Potrebbero essere: le prime 2 o 3 al mattino, 2o3 giornata centrale e le ultime 2 o 3 serali. Poichè questi treni sono piccoli non potrebbero fermare in tutte le stazioni tra Cornuda e Padova sia all’andata che al ritorno perché non ne hanno la capienza. Si valuti le fermate in base a numero posti e statistiche attuali. Chiaro che Trenitalia deve introdurre altri treni tra Montebelluna e Padova per quelle fasce.
In tal modo si ridurrebbero notevolmente i tempi di percorrenza ( fino a 90 – 100 minuti tra Belluno e Padova , come già prospettato 8 anni fa) e si potrebbero reintrodurre diretti Calalzo/Padova. (va ricordato infatti che quest’ultimi sono stati eliminati principalmente se non esclusivamente perché gli attuali vecchi mezzi arrancano sulle salite del Cadore). Ci saranno maggiori costi? La Regione e/o Trenitalia se li prendano a carico, tirino fuori i soldi, in attesa (5 anni?) dei nuovi treni! Le conseguenze della mancata programmazione non possono ricadere solo sui cittadini bellunesi! Semmai vanno spalmate su tutto il territorio veneto.
– le rimanenti 7 o 6 coppie di corse subiscano pure la rottura a Montebelluna (nelle fasce di morbida).
Questo è il massimo che si può accettare!